Fantozzi va a teatro: 92 minuti di applausi

di Gabriele Isetto


Le disavventure del ragioniere Ugo Fantozzi, creato da Paolo Villaggio ed entrato nell’immaginario di tutti gli italiani, è approdato finalmente a teatro grazie allo spettacolo Fantozzi. Una tragedia con l’ottima regia di Davide Livermore, che ha saputo cogliere l’essenza della “maschera” creata da Villaggio, che non è per niente divertente (anche se i momenti comici sono tanti) perché Fantozzi è un personaggio tragico e da qui il titolo dello spettacolo.
Non a caso l’intera struttura della messinscena è impostata come se fosse quella di una tragedia greca. Il regista ha fatto un buonissimo lavoro puntando sul gioco di squadra tra gli attori che, attraverso le battute, tengono un ritmo come se giocassero tra loro una partita a tennis. Tutti i personaggi fantozziani sono sempre in scena, nessuno è escluso, e raccontano le varie peripezie di Ugo come se fossero un coro greco.


In scena ci sono proprio tutti, e sono interpretati da bravissimi attori partendo dall’ottimo Gianni Fantoni da tempo imitatore di Fantozzi che con la sua voce e il suo portamento scenico riporta in vita l’immortale Paolo Villaggio. Accanto a lui un  giovane ragionier Filini nell’ottima prova di Cristiano Dessì, buona l’idea registica di ringiovanire il personaggio rispetto a Gigi Reder (Filini nei film). Veramente brave Valentina Virando e Ludovica Iannetti che danno vita rispettivamente alla Pina e alla babbuin….scusate! la bambina Mariangela. Convincente Lorenzo Fontana nel ruolo della Signorina Silvani, ma non convincente la scelta registica di fare interpretare questo personaggio a un personaggio di sesso maschile. Più che efficace il personaggio del dizionario fantozziano di Simonetta Guarino, creato per l’occasione, che spiega agli spettatori alcuni termini che oggi non si usano più. Anche se di contorno alla storia, sono stati molto bravi Marcello Gravina (Cecco il fornaio di cui alcuni ricorderanno la battuta “lo sfilatino” che in Fantozzi contro tutti è interpretato da Diego Abatantuono), Rossana Gay (La contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare) e Paolo Cresta (il geometra Calboni).


Azzeccato l’aspetto visivo, grazie alle scene di Lorenzo Russo Rinaldi incisive anche se pressoché inesistenti  (gli attori facevano finta di avere oggetti nelle loro mani), ma soprattutto grazie all’ottimo gioco di luci di Aldo Mantovani, che mette in risalto gli stati d’animo dei protagonisti. Buoni anche i costumi di Anna Verde molto vicini a quelli dei film.
Lo spettacolo (di cui non spoilero il finale) si chiude con una riflessione: siamo sicuri che Fantozzi sia quello di cui noi ridiamo? Lui ha il posto fisso, ha una relazione stabile, ha la pensione assicurata … e noi?


Insomma, Fantozzi. Una tragedia  merita di essere visto. Fa ridere e fa riflettere. E il pubblico del Teatro del Giglio di Lucca che ha ospitato lo spettacolo, ha chiamato più volte alla ribalta i protagonisti applaudendoli per ben … 92 minuti!! Come direbbe Ugo Fantozzi: “Per me La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca”.

Post più popolari