La freschezza e la giovinezza di Boheme nella lettura di Massimo Gasparon
di
Gabriele Isetto
La
passione per il teatro e per il mondo dell’opera lirica si trasmette di padre
in figlio. È proprio vero! Sul palcoscenico di Torre del Lago, per questa estate
dedicata al centenario della morte di Giacomo Puccini, il regista Massimo
Gasparon, figlio del maestro Pier Luigi Pizzi, ha messo in scena una sua
convincente lettura della Bohéme di
cui ha curato anche la scenografia, i costumi e le luci.
L’idea
che Gasparon ha voluto dare alla sua messinscena si è rivelata molto efficace:
una Bohème della gioventù, come
possiamo vedere dalla deliziosa scenografia e dai bellissimi costumi indossati
dai protagonisti. Al centro del palcoscenico un gigantesco edificio ruotante,
con tanto di comignolo fumante nel primo atto, che poi, di volta in volta
girando su se stesso, dà vita ai vari ambienti in cui si svolge l’opera: la
soffitta bianca simbolo della purezza e della giovinezza, il Caffè Momus e la
dogana. Anche negli abiti indossati dai protagonisti e dal coro, tutti sopra le
righe, ritroviamo la voglia di divertimento e gioventù spezzata, purtroppo, dal
tragico finale dell’opera. Come non parlare poi dell’ottimo uso delle immagini
che scorrono sull’enorme ledwall e che fanno immergere totalmente il pubblico
nell’atmosfera parigina.
Ottima
la bacchetta di Michelangelo Mazza che ha sa saputo dirigere alla perfezione
l’orchestra, trasmettendo agli spettatori la bellezza della partitura
pucciniana e mettendo tutta la sua energia specialmente nel secondo atto perché,
essendo presente un numeroso coro, non è certo un compito facile coniugare la
musica con così tante voci.
Carolina
Lòpez Moreno (Mimì) e Ivàn Ayòn Rivas (Rodolfo) hanno dato vita in maniera
egregia ai due giovani innamorati, ricevendo moltissimi applausi a scena aperta
in particolare nel primo atto. Particolarmente brava la Musetta di Sara
Cortolezzis che ha conquistato la platea con il suo ottimo timbro vocale
meritandosi tutti gli applausi finali. Molto bravi e simpatici gli amici di Rodolfo
che, anche con le loro gestualità hanno retto la scenae reso al meglio i loro
caratteri scanzonati: Alessandro Luongo (Marcello), Gianluca Failla (Schaunard)
e Adolfo Corrado (Colline). Infine mi sembra giusto nominare il resto della
compagnia: Stefano Marchisio (Benoit), Italo Proferisce (Alcindoro), Saverio
Pugliese (Parpignol) e Alessandro Ceccarini (Doganiere).
In conclusione la serata è stata un successo. Il regista, il direttore d’orchestra e tutti i cantanti sono stati richiamati più volte sul palcoscenico per godere dei molti e meritati applausi.
In conclusione la serata è stata un successo. Il regista, il direttore d’orchestra e tutti i cantanti sono stati richiamati più volte sul palcoscenico per godere dei molti e meritati applausi.