Enorme successo per la Madama Butterfly al Carlo Felice di Genova

di Gabriele Isetto



Pubblico entusiasta ha reso omaggio in piedi e con dieci minuti di applausi finali  all’allestimento di Madama Butterfly di Puccini in scena al Teatro Carlo Felice di Genova.
Di questa produzione, da un punto di vista visivo, viene proposto l’allestimento che aprì la stagione scaligera del 2016 firmato da Alvis Hermains ma non altrettanto è accaduto per quanto riguarda la musica infatti non è stata rappresentata la prima versione pucciniana del 1904, che non riscontrò il consenso del pubblico, ma il direttore Fabio Luisi ha deciso di eseguire la versione tradizionale dell’opera per rispettare la volontà di Puccini.


Il Maestro, che per la prima volta in Italia dirige un’opera di Puccini, ha reso perfettamente tutte le sfumature musicali presenti nella partitura ponendo grande attenzione su ogni particolare e creando una perfetta armonia tra musica e canto.
Ottima l’esibizione del coro del Teatro guidato da Claudio Marino Moretti, in particolare nel secondo atto durante il famoso “coro muto” veramente difficile da eseguire.
Livelli massimi nel cast con interpreti d’eccezione: veramente brava, con una bellissima voce, Jennifer Rowley nei panni della protagonista; Matteo Lippi ha perfettamente reso la passione che muove Pinkerton; esemplare, a mio parere un gradino superiore anche alla Rowley, Caterina Piva che si cala con precisione nel ruolo di Suzuki; ottima l’interpretazione di Alessandro Luogno che dà vita ad uno Sharpless molto autoritario. Per quando riguarda gli altri interpreti, tutti sono stati all’altezza: Alena Sautier (Kate Pinkerton), Manuel Pierattelli (Goro), Paolo Orecchia (Yamadori), Luciano Leoni (Zio Bonzo), Claudio Ottino (Commissario imperiale), Franco Rios Castro (Ufficiale del registro), Luca Romano (Yakusidé), Daniela Aloisi (La madre), Lucia Scilipoti (La zia) e Adelaide Minnone (La cugina).


Molto bella la scenografia curata dal registra stesso che, dopo un’accurata ricerca storica, ha creato la casa della protagonista. L’impianto scenografico è suddiviso in tre piani su cui vengono proiettate le bellissime immagini di Ineta Sipunova, rappresentanti dipinti ispirati alle stampe giapponesi. In questo contesto interagiscono tra loro i personaggi. Nel secondo atto fondamentali sono gli alberi di ciliegio fioriti, che sottolineano la felicità perduta di Butterfly. La stessa accuratezza e ricerca storica la ritroviamo anche nei bellissimi costumi di Kristìne Jurjàne che riproducono perfettamente i kimoni e gli abiti dell’epoca.
Il pubblico, composto anche da giovani, è uscito molto soddisfatto dal teatro.

Le foto di scena a corredo dell'articolo si riferiscono alla prima rappresentazione, con un diverso cast.

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