Silvano: il dramma marinaresco di Pietro Mascagni torna a Livorno
di
Gabriele Isetto
Prima
che iniziasse l’opera di Pietro Mascagni Silvano,
l’Orchestra del Teatro Goldoni di Livorno ha regalato al pubblico una rarità:
una selezione di brani proveniente da The
eternal city, composta da Mascagni nel 1902 per Londra e New York.
Il
giovane direttore d’orchestra Lorenzo Tazzieri, ha saputo rendere al meglio ciò
che il compositore livornese ha voluto trasmettere con la sua opera: in primo
luogo è stato eseguito al meglio il brano più celebre «La barcarola» che,
suonata dai primi violini, ricorda l’onda del mare.
L’opera, che mancava a Livorno dal 2005, ha visto la firma di Carmelo Alù, un giovane proveniente dall’Accademia Silvio D’Amico e come spazio è stato scelto un luogo magico e molto suggestivo della città: la Terrazza Mascagni.
L’opera, che mancava a Livorno dal 2005, ha visto la firma di Carmelo Alù, un giovane proveniente dall’Accademia Silvio D’Amico e come spazio è stato scelto un luogo magico e molto suggestivo della città: la Terrazza Mascagni.
La
vicenda di questo dramma marinaresco si svolge sulla costa adriatica. Il
contrabbandiere Silvano (interpretato da un ottimo Marco Miglietta, che ha
ricevuto più applausi di tutti) torna nel suo paese dopo aver ottenuto la
grazia. Purtroppo scopre che la sua fidanzata Matilde (Laura Stella dà una
buona prova immedesimandosi nel suo personaggio) ha avuto una relazione con un
pescatore violento, Renzo (un’accettabile Tomohiro Nomachi). Tutto questo
sfocerà nell’omicidio dell’amante da parte di Silvano. C’è un altro personaggio
nella storia: Rosa, la madre del protagonista, interpretata da Mariangela Zito che
è risultata la migliore dopo Miglietta. Ovviamente, come in ogni opera lirica,
non poteva mancare il coro (del teatro Goldoni), che interpreta i pescatori,
che ha dato lustro all’opera.
L’aspetto
visivo ha avuto purtroppo alti e bassi. Molto semplice ma comunque efficace la
scenografia di Marina Conti formata da reti da pesca sparse sulla scena, un
ponte di legno sul fondo del palco e una polena a forma di sirena. La
scenografia “continuava” anche in platea con reti e barche posizionate ai lati
del pubblico. Purtroppo non sono risultati convincenti i costumi della Sartoria
Teatrale Bianchi, tutti inadeguati al mondo marinaresco, compresa la tuta quasi
da meccanico indossato da Matilde, ma perché?
Nel
complesso però è stata una serata piacevole per due motivi; il primo perché è
stato riportato alla luce un titolo raro e poco rappresentato del nostro
compositore concittadino, il secondo motivo è l’ambiente in cui è andata in
scena l’opera: la Terrazza Mascagni, luogo che dovrebbe essere ancora più
valorizzato per il turismo ed eventi culturali legati alla città di Livorno.
Le
foto di scena a corredo dell’articolo sono di © Emanuele Baldanzi