Romeo e Giulietta: l’importanza del teatro raccontata dai giovani
di
Gabriele Isetto
Un
periodo faticoso tra prove e malattia di una ragazza non ha però impedito la
buonissima riuscita dello spettacolo R&G
studio per Romeo e Giulietta di William Shakespeare e In punta di cuore di Ugo
Chiti a cura di Annalisa Cima e Mauro Pasqualini, in scena al Teatro
Goldoni di Livorno con protagonisti gli adolescenti del Laboratorio Teatro
Giovani.
In
questa messinscena attualizzata della famosissima storia dei due sfortunati
amanti ambientata “nella bella Verona” viene completamente abbattuta la quarta
parete pirandelliana, dal momento che i personaggi interagiscono in modo
continuo con il pubblico seduto su due gradinate laterali poste sui due lati
del palcoscenico a rappresentare le due famiglie antagoniste della tragedia: i
Montecchi e i Capuleti.
I giovanissimi membri del Laboratorio in un’ora di spettacolo si sono ben calati nelle loro rispettive parti, tutti quanti hanno giocato al meglio sulla loro mimica facciale e la loro gestualità. A questo punto non mi resta che nominarli tutti: Eleonora Bizzi, Gaia Azzurra Borda Saromo, Giulia Botti, Alice Chiuppesi, Teresa Lotti, Ginevra Manfredini, Bianca Menchetti, Arianna Panza, Samuele Pippi, Sara Raugei, Alice Scardigli, Edoardo Sgherri, Chiara Susini, Arianna Vanni e Lorenzo Ciampini.
I giovanissimi membri del Laboratorio in un’ora di spettacolo si sono ben calati nelle loro rispettive parti, tutti quanti hanno giocato al meglio sulla loro mimica facciale e la loro gestualità. A questo punto non mi resta che nominarli tutti: Eleonora Bizzi, Gaia Azzurra Borda Saromo, Giulia Botti, Alice Chiuppesi, Teresa Lotti, Ginevra Manfredini, Bianca Menchetti, Arianna Panza, Samuele Pippi, Sara Raugei, Alice Scardigli, Edoardo Sgherri, Chiara Susini, Arianna Vanni e Lorenzo Ciampini.
Azzeccate
le scelte registiche fatte da Annalisa Cima e Mauro Pasqualini, in particolare
due idee sono piaciute molto a chi scrive: la scena della festa in maschera in
casa Capuleti, quando tra il pubblico sono state scelte alcune persone che
hanno ballato con i ragazzi mentre Pasqualini aveva il ruolo di dj; la scena
del convento di Frate Lorenzo in cui, per far capire al pubblico il luogo nel
quale si svolgeva l’azione, un ragazzo
si è messo a braccia aperte a simboleggiare un crocefisso, nel linguaggio
teatrale infatti si parla di scena metonimica in cui un elemento (o una
persona) diventano simbolo di un luogo preciso.
In
conclusione, un’ora di spettacolo accattivante e che scorre molto velocemente
grazie alla bravura sia dei registi sia dei giovani ragazzi del Laboratorio
Teatro Giovani.