Un viaggio nella storia dell’arte con i due foscari al carlo felice di Genova
di
Gabriele Isetto
Un
fantastico allestimento per I due Foscari
in scena al Carlo Felice di Genova che sottolinea lo strettissimo rapporto
che esiste tra il teatro e la storia dell’arte. Il regista Alvis Hermanis ha
davvero fatto un ottimo lavoro e possiamo affermare senza dubbio che uno dei
protagonisti di questo spettacolo è l’aspetto visivo.
Ottime
infatti le scenografie curate dallo stesso Hermanis che si lasciano influenzare
dai pittori veneziani del Quattrocento. Mentre sul palcoscenico vediamo
pochissimi arredi scenici a simboleggiare i vari luoghi e stati d’animo, (come
ad esempio i vari leoni di San Marco per la prigione, un trono per la sala del
Consiglio dei Dieci e un magnifico letto a baldacchino per le stanze private
del Doge) sul fondale vengono proiettati famosi dipinti che aiutano lo scorrere
della storia. Per citarne alcuni il famoso Leone
di San Marco del Carpaccio, il Cristo
morto adorato dai dogi Pietro Lando e Marcantonio Trevisan di Tintoretto e L’ultimo abboccamento di Jacopo Foscari con
la propria famiglia di Hayez. Meravigliosi anche i costumi ideati da
Kristìne Jurjàne, anch’essi tutti ispirati a dipinti dell’epoca. In particolare
risaltano le toghe dei membri del clero i cui colori cambiano a seconda della
gerarchia.
Eccellente
la direzione d’orchestra del maestro Renato Palumbo che ha travolto il pubblico
con la sua bacchetta facendo eseguire all’orchestra una musica vivace e
appassionante senza mai tradire la partitura di Verdi.
Ne
I due Foscari il coro, fondamentale perché
rappresenta i membri del Consiglio dei
Dieci, non ha deluso e Claudio Marino Moretti che ne è il direttore ha saputo
dare loro la giusta tonalità per dei personaggi neutri che non sono né positivi
né negativi.
Chiudo
parlando del cast. I tre protagonisti principali si sono dimostrati davvero
all’altezza dei loro ruoli. Franco Vassallo, a cui è stato chiesto un bis
purtroppo non eseguito, si è calato perfettamente nei panni del Doge Francesco
Foscari. Al suo stesso livello il
bravissimo Fabio Sartori ha prestato la sua ottima voce al personaggio di
Jacopo Foscari. Perfetta anche la Lucrezia Contarini del soprano Angela Meade,
quasi sempre in scena e con un’eccellente dote canora e scenica. Una nota di merito
va ad Antonio Di Matteo che con il suo timbro vocale e la sua presenza scenica
ha ben messo in luce la crudeltà di Jacopo Loredano. Da nominare anche gli
altri bravi membri del cast: Saverio Fiore (Barbarigo), Marta Calcaterra
(Pisana), Alberto Angeleri (Fante) e Filippo Balestra (Servo del Doge).
Uno
spettacolo ricco di arte e storia.