Il malato immaginario:un tema attuale tutt’oggi
di
Gabriele Isetto
Se
il pubblico ride, si diverte e applaude significa che lo spettacolo sta andando
(ed è andato) molto bene. Questo infatti è quello che è accaduto con Il malato immaginario ospitato dal
Teatro Verdi di Pisa con la regia, molto ben curata in ogni dettaglio, da
Guglielmo Ferro.
La
drammaturgia di Molière affronta un argomento che è sempre stato e sempre sarà
molto attuale, quello riguardante la categoria degli ipocondriaci, cioè coloro che
credono di avere ogni tipo di malattia ed infatti, come afferma anche il
regista nelle sue note di regia, “Il malato immaginario ha più paura di vivere
che di morire, e il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una
fuga dai problemi, dalle prove che un’esistenza ti mette sempre davanti” e non
a caso il drammaturgo francese dipinge tutti i medici come persone che scaltramente si approfittano della
situazione e quindi risultano essere egoisti, ipocriti, avari e formalisti.
Oltre
all’ottima prova di Emilio Solfrizzi che ha dimostrato tutta la sua bravura
calandosi perfettamente nel ruolo di Argante, anche il resto della compagnia
composta da Lisa Galatini, Antonella Piccolo, Sergio Basile, Viviana Altieri,
Cristiano Dessì, Pietro Casella, Cecilia D’Amico e Rosario Coppolino ha ben
figurato “usando” una recitazione vivace ed esuberante come richiesto dal testo
ed accentuando soprattutto la mimica.
Davvero
azzeccata la parte visiva dello spettacolo a partire dai costumi di Santuzza
Calì, ben pensati e che richiamano il 1600, tutti con un ottimo taglio e
perfettamente in armonia con la scenografia fissa di Fabiana Di Marco composta
da una libreria centrale a due piani accessibile con una scala a chiocciola,
dove però al posto dei libri vediamo tutte le medicine del protagonista.
A
fine spettacolo tutti i membri del cast sono stati molto applauditi e chiamati ben
tre volte sul palcoscenico e questo a conferma dell’entusiasmo del pubblico,
tra cui molti giovani, che ha assistito a questa commedia.