Il Rigoletto che rispetta Piave e Verdi
di
Gabriele Isetto
Lunghi
e meritati applausi, anche a scena aperta, per il ritorno del Rigoletto di Giuseppe Verdi che mancava
dal 2017 al Teatro Carlo Felice di Genova con la regia di Rolando Panerai,
ripresa da Vivien Hewitt e che ha entusiasmato gli spettatori in tutti i suoi
aspetti.
Il
maestro Jordi Bernàcer ha diretto con passione l’Orchestra del Carlo Felice
dando risalto ed evidenziando con forte slancio i momenti salienti della
partitura, specialmente nel terzo atto durante la scena della tempesta.
Come di consuetudine anche stavolta si è distinto il Coro del Teatro Carlo Felice sotto la guida impeccabile di Francesco Aliberti.
Come di consuetudine anche stavolta si è distinto il Coro del Teatro Carlo Felice sotto la guida impeccabile di Francesco Aliberti.
Da
sottolineare in questa messinscena la presenza di alcuni danzatori (Isabella
Berti, Sara Foglia, Gabriele Fornaciari, Francesco Gerbi, Varvara Lobanova,
Erika Melli, Samuel Moretti, Ariel Aurora Ogle e Alessia Russo), fondamentali
nel primo atto durante la ballata del Duca di Mantova «Questa o quella per me
pari sono» che si sono ben esibiti sulle coreografie di Nicola Marrapodi,
anch’egli parte nel corpo di ballo.
Niente
da dire, se non sottolinearne i meriti, dell’ottimo cast che ha reso giustizia
alla trama e alla musica. Molto convincente il tenore Matteo Falcier nel ruolo
del Duca con voce potente e buona presenza scenica. Ottimo Ivan Inverardi nei
panni del protagonista a cui è stato chiesto il bis, purtroppo non eseguito,
per «Cortiginai, vil razza dannata». Fin da subito, con la sua dolce voce, ha
convinto la Gilda di Lucrezia Drei. Veramente bravi nel loro duetto durante la
scena della tempesta Mariano Buccino (Sparafucile) e Valeria Girardello
(Maddalena). Nella storia di Rigoletto sono
presenti molti altri personaggi, tutti ben delineati e caratterizzati da: Anna
Venturi (Giovanna), Gianfranco Montresor (Monterone), Marco Camastra (Marullo),
Didier Pieri (Matteo Borsa), Claudio Ottino (Ceprano), Simona Marcello
(contessa di Ceprano), Roberto Conti (usciere) e Simona Pasino (paggio).
Un
allestimento molto tradizionale per quanto riguarda l’aspetto visivo:
bellissime le scenografie di repertorio della Fondazione del Teatro, ideate da
Panerai, che riproducono fedelmente gli ambienti del libretto di Piave, con una
particolare attenzione alla storia dell’arte specialmente nel secondo atto in
cui è riprodotta fedelmente la cupola della Sala dei Giganti di Palazzo Te a
Mantova, affrescata da Giulio Romano. In perfetta sintonia con le scenografia i
meravigliosi costumi di Regina Schrecker che, come afferma lei stessa, ha
rispettato scrupolosamente le indicazioni di Piave e Verdi a seguito di uno
studio approfondito del Manierismo del Cinquecento, rivisitato attraverso un
taglio sartoriale attuale.
Questo
spettacolo è il perfetto esempio di come la tradizione, se ben rispettata, non
sia per niente “polverosa”, ed anzi questo Rigoletto
merita di rimanere nella memoria.