Orgoglio e pregiudizio: buona la drammaturgia, alcune pecche nella regia

di Gabriele Isetto



Non è mai facile adattare per il palcoscenico un romanzo, soprattutto se è un romanzo abbastanza lungo come Orgoglio e pregiudizio di Jane Austin. Questa operazione è stata fatta da Antonio Piccolo che ne ha ricavato una drammaturgia in un atto unico della durata di circa due ore, in cui ha condensato i momenti fondamentali del romanzo tralasciandone naturalmente altri. Nel complesso un lavoro di drammatizzazione riuscito, anche se a parere di chi scrive, forse sarebbe stato meglio proporre la classica divisione in due atti.
La regia dello spettacolo è stata affidata a un attore piuttosto noto nel mondo dello spettacolo: Arturo Cirillo, che insieme ad altri otto interpreti hanno dato vita ai vari personaggi della vicenda: Giacomo Vigentini perfetto nel ruolo di Bingley, il ruolo di Collins è stato interpretato da un bravissimo Rosario Giglio con un’ottima recitazione, Sabrina Scuccimara ha ben caratterizzato la signora Bennet, Valentina Picello una bella ragazza che ha adeguatamente interpretato Elizabeth, il simpatico Francesco Petruzzelli ha dato buona prova di sé sostenendo il ruolo di Darcy, accettabili Eleonora Pace e Giulia Trippetta nei rispettivi ruoli di Jane e Charlotte forse un po’ troppo sopra le righe, lo stesso regista ha rivestito i panni  sia del signor Bennet che di Lady Catherine. Nella doppia interpretazione è riuscito meglio il ruolo femminile mentre il signor Bennet, è stato reso  troppo estroso a differenza del romanzo in cui è una figura molto pacata.


Peccato che l’acustica del Teatro Goldoni di Livorno (ottimo per la lirica) non sia ottimale e, a detta di alcuni spettatori, diverse battute sono andate perdute.
L’aspetto visivo dello spettacolo non è stato all’altezza del romanzo. A parte i bellissimi costumi di Gianluca Falaschi tutti adeguati alla storia e in stile ottocento, la scenografia quasi inesistente di Dario Gessati era composta solamente da quattro grandi specchi che sono risultati utili, creando un bell’effetto coreografico solamente nel finale. per il resto soltanto, sul palco solo una poltrona e un pianoforte che gli attori facevano entrare e uscire di scena.
 
Le foto a corredo dell’articolo sono di © Giulia Di Vitantonio

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