L’empio punito: il primo omaggio a Don Giovanni
di
Gabriele Isetto
La
stagione lirica 2019/2020 del Teatro Verdi di Pisa è stata inaugurata con
un’opera barocca del 1669, un titolo sconosciuto al pubblico: L’empio punito di Alessandro Melani. Il
compositore toscano, pistoiese, per la prima volta affronta la tematica del Don
Giovanni che poi sarà sviluppata da Mozart e che darà il titolo ad una delle
sue opere più famose.
L’opera
di Melani quando debuttò nel VXII secolo fu rappresentata a Palazzo Colonna a
Roma al cospetto di Cristina Di Svezia con costi enormi, basti pensare a tutti
i complessi macchinari dotati di carrucole, corde, carri ecc. che venivano
usati dagli artisti di corte per i cambi scena. Oggi, 2019, la regia di questo
spettacolo è stata affidata a Jacopo Spirei che ha affrontato L’empio punito dando vita ad uno
spettacolo molto, troppo contemporaneo in chiave rock senza tradire però la
partitura musicale. Questa scelta ha quantomeno lasciato perplesso il pubblico
che probabilmente non si aspettava una scelta così ardita.
Conseguentemente
lo scenografo e costumista Mauro Tinti ha creato un mondo bidimensionale, per
rendere omaggio alle scenografie del ‘600, dai colori accesissimi, quasi
psichedelici dove anche i costumi mischiano epoche e generi tanto che troviamo
gorgiere e minigonne, insomma una totale rilettura giustificata però dal fatto
che il viaggio del Don Giovanni Acrimante è spesso “surreale e fantasioso”. Rilettura
interessante, ma ripeto spiazzante.
Carlo
Ipata ha diretto egregiamente l’Orchestra Auser Musici anche se la partitura
molto antica mancava di mordente e di orecchiabilità o di arie che potessero
colpire lo spettatore e questo per tutta la durata dello spettacolo, quasi
quattro ore. Interessante l’idea di porre i musicisti sullo stesso piano del pubblico
senza la buca d’orchestra, perché così era nell’epoca barocca.
Eccezionali
tutti i cantanti, il punto di forza dello spettacolo e applauditi a lungo,
tutti con un timbro di voce particolare ma adatta all’opera e con un’ottima
presenza scenica: Raffaele Pe (Acrimante), Raffaella Milanesi (Atamira),
Roberta Invernizzi (Ipomene), Giorgio Celenza (Bibi), Alberto Allegrezza
(Delfa), Lorenzo Barbieri (Atrace), Federico Fiorio (Cloridoro), Benedetta
Gaggioli (Proserpina/Auretta), Piersilvio De
Santis (Niceste/Demonio/Capitano della nave), Shaked Evron (Corimbo) e
Carlos Negrin Lopez (Tidemo). Buona l’idea del regista di fare interpretare il
ruolo femminile di Delfa a un uomo, proprio per non interrompere la tradizione
che da sempre ha visto in questo ruolo una voce maschile.
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