Successo per Trappola per topi al Teatro San Babila di Milano
di Gabriele Isetto
Prima
che si alzi il sipario del delizioso Teatro San Babila di Milano, nella platea
al buio si diffondo le note musicali della filastrocca Tre topolini ciechi. Questo sarebbe piaciuto molto ad Agatha
Christie, autrice di questa commedia teatrale perché proprio così voleva. La
regina del giallo già nel 1947, per l’ottantesimo compleanno della Regina Mary,
ne aveva scritto una versione radiofonica, in seguito un racconto ed infine nel
1952 l’adattamento teatrale con il titolo Trappola
per topi.
Il
regista Stefano Messina, che interpreta anche il personaggio di Giles Ralston,
si è basato sulla traduzione di Edoardo Erba inserendo però, praticamente per
tutti i personaggi, una caratterizzazione quasi umoristica; basti pensare a
quando Claudia Crisafio (Mollie Ralston) fa le pulizie di casa come se fosse
Biancaneve che con secchio e spazzolone intona la famosa canzoncina Impara a fischiettar. Questa lettura ha
sicuramente divertito il pubblico, però forse non ben si sposava con la
classica rigidità della scenografia creata da Alessandro Chiti, tipica di un
salotto inglese degli anni cinquanta che in gran parte ricalca perfettamente le
didascalie scritte da Agatha Christie.
Nella
pensione di Monskswell Manor i coniugi Ralston accolgono i loro ospiti durante
una tormenta di neve. La stessa sera alla radio viene annunciato l’omicidio di
una donna a Paddington. Come sempre avviene nei romanzi della Christie però non
tutto ciò che appare è come sembra e questo vale anche per i vari personaggi:
Christoper Wren (Carlo Lizzani), signora Boyle (Annalisa Di Nola), maggiore
Metcalf (Roberto Della Casa), signorina Casewell (Elisa Di Eusanio) e il signor
Paravicini (Sebastiano Colla). Prima che la pensione rimanga completamente
isolata arriva anche il sergente Trotter (Massimiliano Franciosa) con il
compito di proteggere tutti dall’assassino di Paddington ancora in fuga.
Purtroppo non riesce nel suo compito perché dopo poco viene uccisa la signora
Boyle. Non si può dire di più perché non si svela mai un’intera trama gialla e
soprattutto perché lo spettacolo merita di essere visto grazie alla bravura di
tutto il cast, nessuno escluso, dando un’ottima prova corale proprio come
richiesto dal dramma.
Se
in futuro questo spettacolo dovesse toccare la vostra città, consiglio di non
perderlo perché il pubblico milanese si è veramente divertito ma ho
un’avvertenza da farvi: non andate come “puristi” della Christie, perché come
detto è stato aggiunto un qualcosa che probabilmente l’autrice non avrebbe
apprezzato infatti disse: «credo che la spinta a scrivere per il teatro mi sia
venuta dal fastidio che provavo nei confronti degli adattamenti teatrali dei
miei romanzi, che spesso non mi trovavano consenziente». E’ risaputo che fosse
una donna molto pignola, ma voi fidatevi, recatevi a teatro!