La magia di Jesus Christ Superstar non muore mai
di Gabriele Isetto
Gli
ultimi sette giorni della vita di Gesù sono stati messi in scena sul
palcoscenico del Teatro Goldoni di Livorno grazie al musical Jesus Christ Superstar con la regia di
Massimo Romeo Piparo, noto regista di musical. Le meravigliose ed epiche canzoni
rigorosamente e giustamente il lingua originale di questo capolavoro, composte
da Andrew Lloyd Webber e con le liriche di Tim Rice sono state tutte eseguite
dal vivo da una bravissima band composta da nove elementi.
Tutto
il cast, applaudito più volte a scena aperta, è formato da artisti che si sono
calati a pieno nei loro ruoli convincendo il pubblico. In primis il grande ed
unico Ted Neeley, che anche se con l’avanzare dell’età, continua ad
interpretare il suo Gesù in maniera superba; Nick Maia ha colpito nel segno
interpretando Giuda; la coppia Paride Acacia (Hannas) e Francesco Mastroianni
(Caifa) ha ottenuto un ottimo risultato calandosi nei panni dei “cattivi” di
turno, sopratutto Mastroianni, un ragazzo di 27 anni che con la sua profonda
voce ha interpretato il gran sacerdote; Simona Di Stefano è stata un’eccellente
Maddalena; Bravissimi anche i due apostoli Simone Zelota e Pietro, interpretati
rispettivamente da Giorgio Adamo e Mattia Braghero; Infine due cantanti che
compaiono in poche scene del musical, ma che indubbiamente lasciano il segno
con la loro interpretazione: Andrea Di Persio (Piltato) e Salvador Axel Torrisi
(Erode).
Da
non tralasciare ovviamente il corpo di ballo, guidato da Roberto Croce e formato
da numerosi ensemble, che hanno saputo
riempire la scena, soprattutto in due momenti: durante il brano The temple, in cui vediamo bravissimi
mangia fuochi e trampolieri e nella canzone Juda’s
death dove, sempre dei trampolieri, vestiti da corvi neri, il “male”
circondano e “aiutano” Giuda ad uccidersi.
La
scenografia di questo musical, creata da Giancarlo Muselli ed elaborata da
Teresa Caruso, è veramente essenziale (una parte riservata all’orchestra, una
scalinata e delle impalcature) ma aiutata dalle magistrali luci di Daniele
Ceprani in perfetta sincronia con le canzoni e dalle video proiezioni di luoghi
e citazioni bibliche. La scena che sicuramente più ha colpito e scosso il
pubblico è quella delle 39 frustate inflitte a Gesù quando sullo sfondo vengono
proiettate forti immagini che vanno dai campi di sterminio fino ad arrivare
all’attacco alle Torri Gemelle. Anche i costumi contribuiscono a rendere lo
spettacolo perfetto: tutti ispirati al film.
Meritato
è stato il grande successo riscontrato a Livorno, lunghissimi applausi finali,
con il pubblico in piedi a cantare con il cast; nessuno questa volta si è
precipitato fuori del teatro prima dei saluti, come accade spessissimo, perché
nessuno voleva che finisse questa magia.
Le foto di scena a corredo dell'articolo sono di © Margot De Heide