Teatro dell'opera di Roma: La stagione 2018/2019
Mercoledì 27 giugno al Teatro dell'Opera di Roma è stata presentata la Stagione
2018-19. Alla conferenza stampa erano presenti la Sindaca di Roma Virginia
Raggi, il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo, Alberto Bonisoli, il Capo di
Gabinetto della Regione Lazio Albino Ruberti (in rappresentanza del
Presidente Zingaretti, trattenuto da altro impegno), il Presidente della Camera
di Commercio di Roma Lorenzo Tagliavanti, oltre al Sovrintendente
dell’Opera il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo, al Direttore Artistico Alessio Vlad e alla Direttrice del Ballo Eleonora
Abbagnato.
Il sovrintendente
Carlo Fuortes, in apertura della conferenza, ha dichiarato “La stagione 2018-19 è in continuità con il
progetto che portiamo avanti da quattro anni. Un progetto che vede grandi
coproduzioni con teatri sia stranieri che italiani, e un’attenzione al
repertorio, ma guardato con occhi contemporanei, perché è molto importante che
l’opera, anche quella del passato, parli il linguaggio di oggi. Abbiamo
risultati che ci incoraggiano. Un aumento del pubblico del 30% per cui
chiuderemo il bilancio di quest’anno con
14 milioni di incasso: una cifra di tutto rispetto se pensiamo che fino al 2013
non erano ai stati superati i 7 milioni e mezzo. IL teatro si è quindi
valorizzato grazie all’aumento delle sole vendite, poiché i contributi pubblici
sono stati in questi anni stazionari, e talora diminuiti. Questo aumento deriva
dunque dal lavoro di tutto il Teatro ed è a tutti i lavoratori dell’Opera di
Roma che va il mio sincero ringraziamento”.
La conferenza è quindi proseguita con gli interventi del direttore
artistico Alessio Vlad e della direttrice del ballo Eleonora Abbagnato,
che hanno illustrato la programmazione dei loro rispettivi settori.
In seguito Lorenzo
Tagliavanti, Presidente Camera di Commercio di Roma, nel suo intervento ha
sottolineato come il Teatro dell’Opera di Roma costituisca un’eccellenza nel
panorama culturale e artistico di Roma e provincia. “Anche grazie al Teatro dell’Opera, - ha proseguito Tagliavanti - oggi
Roma non solo detiene cultura ma continua a produrne.
Incrementare
e diversificare l’offerta culturale del territorio provinciale romano vuol dire
anche rafforzare la capacità competitiva del tessuto economico, generando
ricadute positive sia per i cittadini sia per le attività imprenditoriali che
insistono sul territorio”.
Albino Ruberti,
capo di gabinetto della Regione Lazio, nel suo intervento ha dichiarato:
"Questo teatro è uno degli esempi più
eclatanti di rinascita che abbiamo in Italia. Il teatro dell’Opera era infatti
un’istituzione culturale che era stata portata, letteralmente, sull’orlo del
fallimento. Ora abbiamo i risultati straordinari della nuova gestione, frutto
della capacità di chi amministra questa istituzione e di una sfida comune che
la Regione Lazio ha condiviso fin dall’inizio. Il nostro sostegno a questa
istituzione culturale nasce da una scelta di campo: riconosciamo alla cultura
un ruolo strategico per rendere più attrattivo e internazionale il nostro
territorio, per il benessere e per la crescita del nostro sistema
socioeconomico. Anche quest’anno la Regione Lazio ha deciso di confermare il
supporto al Teatro dell’Opera di Roma con un contributo di 1 milione 800mila
euro, proprio come lo scorso anno. Voglio sottolineare inoltre che il Teatro
dell’Opera di Roma è tra le istituzioni culturali protagoniste del cartellone
di eventi che stiamo realizzando nelle zone del sisma fino a giugno. Agli inizi
di luglio la Regione Lazio pubblicherà un bando da 700 mila euro per lo
spettacolo al vivo destinato ai 15 comuni del cratere per gli eventi di tutto
il prossimo anno. Vogliamo infine lanciare una nuova sfida: portare il Teatro dell’Opera
di Roma fuori dalla Capitale. Proprio sulla base dell’esperienza di successo
nelle zone del sisma, questa è un’importante proposta che stiamo lanciando a
tutte le istituzioni culturali con l’impegno di ‘adottare ogni anno una
provincia’. È importante che si formi una rete che leghi la Capitale al resto
della regione".
Nel
suo intervento il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Alberto Bonisoli ha messo in luce come
“la nuova stagione del Teatro dell’Opera
di Roma confermi la raffinatezza artistica e la vocazione nazionale e
internazionale di un teatro storico simbolo di una città e di un Paese, grazie
anche ad una varietà ricchissima di spettacoli all’insegna sia della tradizione
che della contemporaneità, con uno sguardo rivolto ai giovani”. “L’opera e il balletto - ha proseguito
Bonisoli - fanno parte dell’eccellenza
del patrimonio culturale italiano riconosciute in tutto il mondo e il Teatro
Costanzi - grazie all’esperienza e alla passione della sua orchestra, del suo
coro, del suo corpo di ballo e delle sue maestranze - tiene alta e viva la
grande tradizione dell’opera lirica, della musica e della danza del nostro
Paese”.
Nelle sue
conclusioni la Sindaca e Presidente della Fondazione Teatro
dell' Opera di Roma ha detto “Grazie alle grandi coproduzioni e alle novità
contemporanee proposte, il pubblico del Teatro dell’Opera è divenuto sempre più
attento e partecipativo. Un Teatro dell’Opera al passo con i tempi, ma anche un
Teatro che vuole aprirsi a nuove esperienze, che vuole aprirsi al suo pubblico,
alla città nel suo complesso in modo da poter raggiungere il più alto numero
possibile di appassionati e anche di persone che questo mondo non hanno mai
conosciuto. Desideriamo che i suoi confini siano sempre più allargati e fruibili,
perché la bellezza della musica, del canto e della danza deve raggiungere ogni
angolo della nostra città”.
Un’Opera al passo con i tempi
La sfida di
questo nuovo programma, in continuità con gli ultimi anni, è di essere in
sintonia con il tempo nel quale viviamo e di riuscire a rappresentare il meglio
del teatro musicale italiano e internazionale di oggi.
La stagione 2018-19 del Teatro
dell’Opera di Roma, fra il Teatro Costanzi e le Terme di Caracalla, propone
quest’anno al nostro pubblico 13 produzioni d’opera (di cui 9 nuovi
allestimenti) e 6 spettacoli di balletto (tra cui tre nuovi allestimenti).
Continuiamo con le linee guida del nostro progetto mantenendo l’apertura del
nostro Teatro a grandi coproduzioni e alle novità contemporanee. Non dimentichiamo
il repertorio, cercando però di riscoprirlo: già dal titolo di apertura, il Rigoletto di Verdi è affidato alla lettura
certamente nuova e approfondita di Daniele Gatti con la regia di Daniele
Abbado. Le coproduzioni inseriscono l’Opera di Roma in un circuito artistico
internazionale che è anche un’occasione di confronto reciproco: è il caso dell’Orfeo
ed Euridice di Gluck o dell’Idomeneo mozartiano. Proponiamo titoli di
raro ascolto e assenti a Roma da tempo: L’angelo
di fuoco di Prokof’ev,
mostrerà che cosa il melodramma è diventato nel crogiolo di ricerche
dell’avanguardia russa del primo Novecento. Su questa stessa apertura al nuovo
si pone, ormai già da anni e con coraggio, la programmazione del balletto: la Serata Philip Glass ne è un evidente esempio.
Della stagione lirica fanno parte tre
lavori contemporanei: un evento-spettacolo affidato a William Kentridge,
l’opera Un
romano a Marte di Vittorio Montalti, vincitrice di un recente concorso
dedicato a giovani compositori bandito dal nostro teatro, e una “commedia
strumentale” ispirata a Pinocchio di cui è autrice Lucia Ronchetti.
“Ampliare i confini del teatro musicale
e aprirsi a creazioni dei nostri giorni non è frequente oggi nei
teatri d’opera italiani. – dichiara il sovrintendente Carlo Fuortes – Lo facciamo perché abbiamo molta fiducia
nel nostro pubblico, in gran parte nuovo, che ci ha incoraggiato fin qui,
seguendo con passione titoli rari e riletture innovative del repertorio, e che
saprà accogliere le nuove proposte”.
La stagione operistica
La prima opera in
scena per la stagione 2018-19 sarà un nuovo
allestimento del Rigoletto di Giuseppe Verdi, (8 recite tra il 2 e il 18 dicembre 2018): un melodramma notissimo,
un personaggio divenuto proverbiale, una serie di magnifiche arie tra le più
note del repertorio. Insomma un classico, cioè, per parafrasare Calvino, “una
di quelle opere che, tanto più quando si
leggono per davvero si trovano nuove, inaspettate,
inedite”. E sarà certamente una “lettura” inaspettata e inedita, quanto rispettosa
dell’idea verdiana, quella che vedrà impegnati il direttore Daniele Gatti e il regista Daniele Abbado. Le scene e le luci
saranno di Gianni Carluccio, i
costumi di Francesca Sartori e Elisabetta Antico, i
movimenti coreografici di Simona
Bucci. Tra gli interpreti Ismael
Jordi, Roberto Frontali, Lisette
Oropesa, Riccardo Zanellato e Alisa Kolosova.
A febbraio del nuovo
anno ancora una nuova produzione del Teatro dell’Opera di Roma: Anna Bolena di Gaetano Donizetti. Un titolo molto
amato dagli appassionati del belcanto, rappresentato in precedenza al Teatro
dell’Opera solo altre due volte: nel 1977 (direttore Ferro, regia di Crivelli)
con protagonista Leyla Gencer e nel 1979 con Katia Ricciarelli (diretta da Nino
Sanzogno e sempre con la regia di Crivelli). L’opera ritorna in un nuovo allestimento (6 recite dal 20 febbraio al 1°marzo),
diretta da Riccardo Frizza e con la regia di Andrea De Rosa. Scene di Luigi Ferrigno da un’idea di Sergio Tramonti, costumi
di Ursula Patzak e luci di
Enrico Bagnoli. Tra gli interpreti Maria Agresta (che torna dopo il successo riscosso
nel Simon Boccanegra del 2012 e debutta come protagonista), Carmela Remigio (al suo debutto nel ruolo di Giovanna
Seymour), Alex Esposito, René Barbera.
Dal 15 al 22 marzo 2019 un raffinato nuovo allestimento dell’Orfeo ed Euridice di Christoph Willibald Gluck, una coproduzione con Théâtre des
Champs-Elysées, Château de Versailles Spectacles e Canadian Opera Company.
Il capolavoro di Gluck manca sulle scene del Costanzi da cinquant’anni: nel 1968
venne diretto da Ferruccio Scaglia, con le coreografie e la regia di Aurelio
Millos e con il ruolo del protagonista affidato a un tenore (Lajos Kozma). Le
recite di marzo seguiranno l’originale versione di Vienna dell’opera (1762) e saranno
dirette da Gianluca Capuano (per la prima volta sul podio del
Costanzi), con la regia di Robert
Carsen, che debutta al nostro Teatro (vi tornerà a novembre con Idomeneo).
Sue anche le luci insieme a Peter
Van Praet, le scene e i costumi sono di Tobias
Hoheisel. Interpreti il
controtenore Carlo Vistoli, Mariangela Sicilia e Emoke
Barath.
In coproduzione con il Teatro La Fenice di Venezia arriverà a Roma dal 14 al 20 aprile la più famosa delle operette, volentieri
accolta nei più paludati teatri d’opera: La
vedova allegra di
Franz Lehár, vista l’ultima volta nel 2007 (diretta da Daniel Oren con la regia
di Vincenzo Salemme). Questo nuovo allestimento,
in coproduzione con La Fenice di Venezia, sarà diretto da Constantin Trinks (un musicista emergente che debutta
all’Opera di Roma) con la regia
di Damiano Michieletto, le
scene di Paolo Fantin, i
costumi di Carla Teti, le luci
di Alessandro Carletti e la coreografia di Chiara Vecchi. Tra gli interpreti Nadja Mchantaf, Paulo Szot, Anthony
Michaels-Moore, Adriana Ferfecka e Peter Sonn.
Ancora una nuova produzione con un titolo
raro, ma di grande interesse nel teatro musicale del Novecento: sarà L’angelo
di fuoco di Sergej Prokof’ev, visto un’unica
volta sulle scene del Costanzi nel 1966 diretto da Bruno Bartoletti per la regia
di Virginio Puecher. Un’opera visionaria, immersa nel clima di mistico
esoterismo così diffuso nell’avanguardia russa del primo Novecento, tradotto
nel linguaggio ora grottesco ora allucinato del compositore. Sarà in scena dal 23 maggio al 1° giugno diretta da Alejo Pérez per la regia di Emma Dante. Tra gli interpreti Leigh Melrose, Evgenia Muraveva, Sergey Radchenko, Maxime Paster, Mairam Sokolova, tutti al loro debutto nel nostro teatro, e Goran Jurić. In altri ruoli
molti artisti del progetto “Fabbrica”.
Sempre con la regia
di Emma Dante, torna in scena dall’8 al 13 giugno La Cenerentola di Rossini, nella versione che ha
avuto tanto successo nella stagione 2016. Le scene sono di Carmine Maringola, i costumi di Vanessa Sannino, le luci di Cristian Zucaro e i movimenti coreografici di Manuela Lo Sicco. Nel ruolo della
protagonista Teresa Iervolino;
con lei René Barbera (don Ramiro), Vito Priante (Dandini), Carlo Lepore (don Magnifico).
Anche l’autunno 2019,
come quello di questa stagione, vedrà in scena due capolavori di Mozart. Dopo il Così fan tutte del 2016 e le prossime, attesissime Nozze di Figaro, Graham Vick
conclude la trilogia Mozart/da Ponte con il nuovo
allestimento del Don
Giovanni, diretto da Jérémie Rhorer al suo debutto al Costanzi, le scene di
Samal Blak e le luci di Giuseppe Di Iorio. Protagonista Alessio Arduini con Juan
Francisco Gatell (Don Ottavio), Vito Priante (Leporello) e Emanuele Cordaro (Masetto). Ruoli femminili affidati a Maria Grazia Schiavo (Donna Anna), Salome Jicia (Donna Elvira) e Elena Sancho Pereg (Zerlina). In scena dal 27 settembre al 6 ottobre 2019.
A novembre (dall’ 8 al 16) torna Idomeneo, re
di Creta raro titolo mozartiano
che unisce il nitore classico del mito greco a un linguaggio teatrale aperto
alle riforme operistiche del secondo Settecento. Nel nostro teatro Idomeneo era stato rappresentato una sola volta nel
1983 diretto da Peter Maag e con la regia di Luciano Damiani. A dirigerlo sarà Michele Mariotti che debutta così all’Opera di Roma. Seconda
regia in questa stagione, come si è detto, affidata a Robert Carsen che collabora anche con Luis F. Carvalho alle scene e con Peter van Praet alle luci; costumi di Petra Reinhardt e video di Will Duke. Nel ruolo del titolo Charles Workman, Joel Prieto (al suo debutto al Costanzi) sarà Idamante, Rosa Feola Ilia e Miah
Persson sarà Elettra. Il nuovo allestimento è una coproduzione con il Teatro Real di Madrid e
la Canadian Opera Company.
La stagione 2018-19
sarà conclusa in novembre (dal 22 al 24)
da una prima assoluta, un
tipo di proposta che da molti anni mancava dal nostro teatro e che rappresenta
ancora una volta l’attenzione dell’Opera di Roma verso il contemporaneo. Tre
recite, al Teatro Costanzi, di Un romano a Marte musica
di Vittorio Montalti libretto
di Giuliano Compagno, spettacolo
vincitore del Concorso 2013/2014 per
giovani compositori, bandito dal Teatro dell’Opera di Roma al fine di
valorizzare e portare in scena nuovi autori contemporanei con titoli mai
rappresentati ed ispirati alla città di Roma. La nuova opera sarà diretta da John Axelrod e avrà la regia di Fabio Cherstich,
che dopo le proposte di OperaCamion
si misurerà con il palcoscenico del Costanzi.
Ritornano poi, fra la
fine del 2018 e l’inizio del nuovo anno, due “evergreen” prodotti dal Teatro dell’Opera,
che incontrano sempre grande favore da parte del pubblico.
Tosca
di Giacomo Puccini con la regia di Alessandro Talevi, le scene e i costumi originali di Adolf Hohenstein, ricostruiti
rispettivamente da Carlo Savi e Anna Biagiotti, e le luci di Vinicio Cheli sarà in scena dal 7 al 16 dicembre diretta da Stefano Ranzani, con
nel cast Svetlana Kasyan, Giorgio Berrugi, Fabián Veloz.
Lo stesso allestimento tornerà
dal 18 al 26 giugno diretto da Jordi Bernàcer. Nel cast
Monica Zanettin, Stefano
La Colla e Gevorg
Hakobyan.
E dal 12 al 26 gennaio torna anche La
traviata di Giuseppe Verdi diretta da
Pietro Rizzo regia
di Sofia Coppola, scene
di Nathan Crowley, costumi di Valentino, coreografia di Stéphane Phavorin, luci di Vinicio Cheli: nel cast Jessica Nuccio, Antonio Poli e Sebastian Catana, nonché un buon
numero di artisti del progetto “Fabbrica”.
Tutti
i titoli in
programma vedranno protagonista la nostra Orchestra e, laddove la partitura lo richiede, il Coro del Teatro dell’Opera di Roma diretto dal maestro Roberto Gabbiani: due compagini che
sono la prima garanzia di qualità delle nostre produzioni.
Tutte le opere
avranno i sovratitoli in italiano e in inglese.
La stagione di balletto
La
nuova stagione di balletto 2018-19 del Teatro dell’Opera di Roma continua sviluppando le linee guida
degli ultimi anni che hanno consacrato il balletto come arte portante della
Fondazione Lirico Sinfonica della capitale insieme all’opera e all’attività
concertistica. Valorizzare la cultura del balletto ha significato nelle ultime
tre stagioni proporre una programmazione ben bilanciata tra titoli di
repertorio classico e neoclassico, con un’adeguata incursione nel linguaggio
più contemporaneo. La valorizzazione è continuata con la messa in luce dei
nostri giovani talenti che hanno raggiunto un notevole livello tecnico e
interpretativo, rendendoli oggi pronti ad affrontare balletti di grande impegno
e valenza internazionale. In quest’ottica si è e si continuerà a porre in primo
piano il nostro pubblico - sempre più trasversale ed eterogeneo, curioso e
numeroso – e la nostra relazione con esso al quale vogliamo far vivere
esperienze artistiche di grande qualità e donare momenti unici, di prestigio e
di pura emozione.
Per questa nuova
stagione che si apre nel mese di dicembre, proponiamo 5 spettacoli di balletto
di cui tre nuovi allestimenti con ospiti internazionali e le étoile, i primi ballerini, i
solisti, il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, diretti da Eleonora Abbagnato.
La stagione di
balletto 2018-19 del Teatro dell’Opera di Roma si apre con un grande classico
del repertorio, Il lago dei cigni di Benjamin
Pech da Marius Petipa e Lev
Ivanov in scena al Teatro
Costanzi da venerdì 28 dicembre 2018 a domenica 6 gennaio 2019.
Benjamin Pech, già étoile dell’Opéra di Parigi e Assistente alla
Direzione del Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, dopo aver creato diverse
coreografie si confronta con il riallestimento coreografico di un balletto
icona della tradizione classica. Il
lago dei cigni è uno dei titoli
più famosi e amati, una fiaba romantica percorsa dall’eterno conflitto tra Bene
e Male che ancora oggi, con il suo intenso simbolismo, continua ad affascinare
gli spettatori di tutto il mondo. Il 28 e il 29 dicembre ospiti d’eccezione
sono Olga Smirnova e Semyon Chudin entrambi principal
dancer del Teatro Bol’šoj di
Mosca. Il lavoro di Pech - coadiuvato da Madame Patricia Ruanne e dal
Maître de Ballet Fréderic
Jahn in veste di assistenti al
coreografo – si innesta in un allestimento magico fatto di scene raffinate e
decori preziosi dello scenografo Aldo
Buti con le luci di Marion Hewlett. Le note di Pëtr
Il’ič Čajkovskij sono affidate alla bacchetta del Direttore Nir Kabaretti che dirige l’Orchestra del Teatro
dell’Opera di Roma.
La stagione prosegue
con il balletto Carmen un nuovo
allestimento della Fondazione del Teatro dell’Opera di Roma. La nuova creazione coreografica in scena al Teatro Costanzi da sabato 2 a
domenica 10 febbraio 2019 - è
affidata al ballerino e coreografo ceco Jiří Bubeníček noto
in tutto il mondo per essere stato uno dei
ballerini icona di John Neumeier, vincitore di tanti premi tra cui
il Premio Benois della Danza e coreografo d’ingegno molto apprezzato in Europa
e in Giappone. La sua versione nasce da un ritorno alle origini letterarie di
questa storia di Passione e di Morte con la quale si sono misurati i più grandi
coreografi di fama internazionale: la novella di Prosper Mérimée. La creazione
fedele al testo si svolge sulle note della musica creata da Georges Bizet con
alcune arie dall’omonima Opera e brani musicali di flamenco eseguiti dal vivo
da un ensemble flamenco. Le scene dalla forte valenza drammaturgica nelle quali
si susseguono le varie situazioni narrate dal balletto, sono di Gianni Carluccio e le luci di Fabio Antocci. Il Direttore Louis Lohraseb dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera di
Roma.
Dopo due grandi
classici l’appuntamento è con Serata
Philip Glass un omaggio al
famoso compositore statunitense che, attraverso le sue opere, sinfonie,
composizioni e numerose collaborazioni con artisti che vanno da Twyla Tharp ad
Allen Ginsberg, da Woody Allen a David Bowie, ha esercitato un impatto
straordinario e senza precedenti sulla vita musicale e intellettuale del nostro
tempo. Il programma in scena al Teatro
Costanzi da venerdì 29
marzo a martedì 2 aprile 2019 è
composto da quattro titoli. Apre la serata Danzo,
in tre movimenti di Giorgio Mancini con gli allievi della Scuola di Danza,
i primi ballerini e le étoile del Balletto del Teatro dell’Opera di Roma.
Nel 2016 il coreografo italiano Giorgio Mancini crea su musica di Philip Glass Danzo per gli allievi della Scuola di Danza del
Teatro dell’Opera di Roma, omaggiando la danza classica tout court. Oggi torna a quell’omaggio ampliandolo
e aggiungendo un terzo movimento, una nuova
creazione, che prende le mosse da Dance
IX di Philip Glass da In the Upper Room di Twyla Tharp. Un omaggio nell’omaggio: a
Philip Glass per aver influenzato con la sua monumentale chiarezza, tramite il
solo ascolto, molte delle sue creazioni e a Twyla Tharp per aver creato opere
come In the Upper Room che hanno segnato la sua crescita e il suo
cammino coreografico. Per esprimere al meglio la sua idea, Giorgio Mancini ha
trovato qui il perfetto connubio tra il linguaggio asciutto, puro ed elegante
della tecnica classica con la musica di Glass fatta di complessità matematica,
eleganza emotiva e rigore. Dirige l’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma il
Direttore Carlo Donadio.
La serata continua
con Hearts & Arrows di Benjamin Millepied mai presentato prima d’ora al Teatro
Costanzi. Si tratta del secondo
titolo della trilogia Gems del ballerino e coreografo francese di fama
internazionale, una rivisitazione del trittico di George Balanchine Jewels del 1967 nata dalla collaborazione tra la
sua compagnia di danza L.A. Dance Project e la Maison Van Cleef & Arpels.
Creato sul quartetto per archi n.3 (Mishima) di Philip Glass, Hearts & Arrows debutta nel 2014 all’Olympia Theater di
Miami, anticipato nel 2013 da Reflections e
seguito nel 2016 dall’ultimo capitolo On
the Other. Otto danzatori danno vita a movimenti e interazioni passando da
momenti di insieme ad assoli e pas
de deux. La musica è su base registrata.
Si continua con la nuova creazione del
giovane talento francese Sébastien
Bertaud, pensata
appositamente per i ballerini
del Teatro dell’Opera di Roma e una coppia principale molto speciale, le étoile Eleonora Abbagnato e Friedemann
Vogel che insieme, durante la
scorsa stagione, hanno estasiato il pubblico del Costanzi con la loro vivida e
struggente interpretazione di Manon di Kenneth MacMillan. Per la straordinaria occasione i costumi sono ideati da Maria
Grazia Chiuri per la Maison Dior. A Parigi durante la stagione 2016 -
2017 Sébastien Bertaud è tra i giovani talenti scelti da Benjamin Millepied per
partecipare a l’Académie chorégraphique de l’Opéra dove segue l’insegnamento di William
Forsythe che lo sceglie come coreografo assistente. Nel Giugno 2017 Sébastien
Bertaud ottiene un grande successo all’Opéra Garnier con Renaissance creato per le étoile e il corpo di ballo dell’Opéra di Parigi
con i costumi realizzati da Olivier Rousteing per la Maison Balmain. Sébastien
Bertaud, sujet a l’Opéra di Parigi, nelle sue creazioni
porta uno sguardo generazionale sul balletto e sovverte con le sue
collaborazioni i codici della danza classica. Per questa nuova creazione
prosegue in quella tradizione di collaborazione che unisce la danza alla moda e
che va dai Balletti Russi ai nostri giorni. Dirige l’Orchestra del Teatro
dell’Opera di Roma il Direttore Carlo
Donadio.
La serata si chiude
con un altro cameo, per la prima volta al Teatro Costanzi, Glass pieces di Jerome
Robbins, ballerino, regista e coreografo statunitense che ha saputo
mescolare alla perfezione una solida ed elegante vocazione neoclassica con uno
spirito dinamico e brillante, tanto da essere definito allo stesso tempo come
il più grande tra i coreografi di balletto di origine americana e il miglior
coreografo di Broadway. La creazione debutta il 12 maggio 1983 al New York
State Theater, con il New York City Ballet. Si tratta di un lavoro altamente
formale, articolato in tre sezioni, dove Robbins sovrappone a un vocabolario
tradizionale concetti provenienti dalla postmodern
dance e costruisce schemi di
movimento e ritmi visibili che traducono in architettura fisica le musiche di
Philip Glass: Rubric e Façades (dall’album Glassworks), accanto a degli
estratti dall’opera Akhnaten.
Il risultato è un sofisticato linguaggio moderno che è allo stesso tempo
ipnotico e carico di energia, quella di ben quarantadue ballerini in scena. Le
scene sono dello stesso Jerome Robbins con Ronald Bates, i costumi di Ben Benson e le luci sono di Jennifer Tipton. Dirige l’Orchestra
del Teatro dell’Opera di Roma il Direttore Carlo
Donadio.
La stagione di
balletto 2018-19 continua con Blanche
Neige di Angelin Preljocaj, in scena per la prima volta al Teatro Costanzi da venerdì 3 a
giovedì 9 maggio 2019, e nell’anteprima giovani di giovedì
2 maggio.
Il coreografo
franco-albanese Angelin Preljocaj dopo diversi lavori non narrativi torna al
racconto con Blanche Neige.
Recupera così un tema popolare, una favola appartenente alla memoria di tutti,
su cui innesta una serie di variazioni personali frutto dell’analisi dei
numerosi simboli presenti nel racconto. Il personaggio centrale diventa per
Preljocaj la perfida matrigna, una donna caratterizzata dalla narcisistica
determinazione a non voler rinunciare alla propria bellezza e seduzione, anche
a costo di sacrificare la candida e innocente figliastra. L’inedita matrigna è
una sexy dark lady, ripensata da Preljocaj e dallo stilista Jean Paul Gaultier, che firma i costumi
della produzione.
Blanche
Neige, balletto romantico
e contemporaneo ispirato alla fiaba dei Fratelli Grimm, debutta alla Biennale
de la Danse di Lione nel settembre 2008 e nel 2009 viene premiato ai Globes de
Cristal. Attualità e incanto fiabesco si fondono alla perfezione in questo
balletto articolato su un sapiente e personalissimo collage di musiche di Gustav Mahler, sul quale
Preljocaj sviluppa ogni episodio e particolare della storia, dallo specchio
alla mela stregata. Le meravigliose scene di Thierry
Leproust disegnano i luoghi in cui
si svolge la favola: un’ambientazione tra realismo e astrazione sorretta e
amplificata dalle luci di Patrick
Riou.
La stagione si
conclude con la ripresa del Don
Chisciotte di Laurent Hilaire, ispirato alla
versione originale per l’American Ballet Theatre di Mikhail Baryshnikov, da Marius
Petipa e Alexander Gorsky, in scena al Teatro
Costanzi da martedì 15 a domenica 20 ottobre 2019.
Ospiti d’eccezione
sono Evgenia Obraztsova principal dancer del Teatro Bol’šoj e Isaac Hernández lead principal all’English National Ballet, vincitore quest’anno del Premio
Benois della Danza proprio per la sua interpretazione di Basilio in questa versione. Il balletto Don Chisciotte, tratto dal romanzo
di Miguel de Cervantes Don Chisciotte
della Mancia, è un grande classico con cui nel tempo si sono confrontati
numerosi coreografi, da Nureyev a Balanchine. Storica la versione creata nel
1978 da Mikhail Baryshnikov per l’American Ballet Theatre, danzata poi dalle
maggiori compagnie del mondo tra cui, nel 1993, il Royal Ballet di Londra, alla
quale direttamente si ispira la rilettura di Laurent Hilaire, che
debutta in prima mondiale al Teatro Costanzi lo scorso 15 novembre 2017 con il
Balletto del Teatro dell’Opera di Roma. Per Laurent Hilaire, la famosa edizione
di Baryshnikov si distingue per la sua capacità di porsi come esito della lunga
storia evolutiva che il balletto Don
Chisciotte porta con sé, una
traiettoria che inizia con il primo adattamento di Marius Petipa per il Bol’šoj di Mosca nel 1869. L’allestimento,
profondamente originale, si fonda sulle scene di fumettistica memoria nate
dall’estro creativo di due maestri di fama internazionale: Vladimir Radunsky e A.J.
Weissbard con i costumi del primo
e il disegno luci del secondo. L’Orchestra del Teatro
dell’Opera di Roma è diretta da David Garforth.
La stagione estiva alle Terme di
Caracalla
Per la prossima
stagione di Caracalla, oltre agli ormai consueti Extra che saranno annunciati
volta per volta nel corso dei prossimi mesi, ecco già da ora i titoli delle tre
opere liriche in programma. Ci sarà nuovo allestimento dell’Aida verdiana, un melodramma molto adatto allo
spazio aperto e imponente delle antiche Terme, che mancava da Caracalla dal
2011. Si aggiungeranno la riproposta de La
traviata e del balletto Romeo e Giulietta: entrambi
andranno in scena tra pochi giorni per la nostra stagione estiva di quest’anno.
Oltre l’Opera
Il Teatro dell’Opera
ha nel cartellone ancora tre titoli di rilievo che per vari motivi si collocano
al di fuori della stagione del Costanzi intesa in senso stretto.
Del tutto inedita, e
anche difficile da definire, è la proposta che occuperà il palcoscenico dal 9
al 15 settembre 2019. Nel 1968 l’artista americano Alexander Calder realizzò per il Teatro dell’Opera di Roma un evento-spettacolo Work in progress della durata di diciannove minuti basato
sulle sue forme in movimento, i celebri mobiles.
Il tutto sulla musica, registrata, di Niccolò Castiglioni, Aldo Clementi e
Bruno Maderna e con la regia di Filippo Crivelli. L’evento racchiudeva in sé
tutto ciò che l’immaginario mondo della materia in movimento aveva ispirato
alla fantasia di Calder. L’artista, con delicata e rispettosa padronanza delle
esigenze sceniche, riuscì a fissare la propria lettura drammaturgica in una
leggera e poetica spazialità.
Circa un anno fa, in
occasione della presenza romana di William
Kentridge, regista dell’applaudita Lulu del maggio ’17, al grande e poliedrico
artista sudafricano il Teatro ha chiesto di allestire una “seconda parte” di
quella serata, un’“Opera d’arte” con piena libertà d’ideazione e di scelta (e
con l’unica limitazione di impiegare di nuovo una musica registrata). Sarà
dunque, questo del settembre 2019, di nuovo un evento-spettacolo, intitolato Waiting for the Sybil, a distanza di poco più che cinquant’anni dal fatidico
1968.
Ritornerà anche
l’anno prossimo il progetto OperaCamion,
con un nuovo titolo che girerà per le piazze di Roma e del Lazio sul camion,
ormai famoso, appositamente attrezzato per contenere le scene e i cantanti. Si
tratterà come sempre della scelta, essenziale ma di grande qualità, di uno
spettacolo d’opera che raggiungerà gratuitamente un grandissimo numero di
spettatori: il titolo previsto è Tosca,
l’opera romana per eccellenza. La parte strumentale sarà curata ancora una
volta dalla nostra Youth Orchestra,
la nuova realtà giovanile istituita dal Dipartimento Didattica e Formazione del
Teatro dell’Opera di Roma e formata da oltre cento musicisti, con già al suo
attivo un ricco curriculum di attività.
E inoltre, prima
dell’apertura della stagione, un’altra incursione nel teatro musicale
contemporaneo, questa volta in collaborazione con il Festival RomaEuropa. Le avventure di Pinocchio è il titolo di una commedia strumentale per
soprano en travesti e strumenti solisti composta da Lucia Ronchetti, con
testi tratti dal celebre libro di Carlo Collodi. Diretta da Matthieu Roy, con il soprano Juliette Allen e l’Ensemble InterContemporain sarà eseguita all’Aula Ottagona (ex
Planetario) dal 22 al 25 novembre.
Lezioni di Opera
Proseguiranno le “Lezioni
di Opera” tenute da Giovanni Bietti che, oltre a un pubblico fisso di
appassionati, raccolgono sempre nuovi ascoltatori di ogni età che vogliono
apprezzare meglio le particolarità del linguaggio musicale. Saranno guidati con
una terminologia semplice e accessibile, e non per questo superficiale, che
permette di ricostruire ogni volta gli elementi specifici di ogni produzione
operistica.
I coreografi, i ballerini e noi
Due appuntamenti per introdurre il grande pubblico nel mondo
dei coreografi e dei protagonisti della stagione di balletto 2018-19. Gli
incontri propongono un approccio informale ai balletti, attraverso brevi
ritratti monografici, proiezioni video ed estratti di danze con i Coreografi
Ospiti e i Primi Ballerini del Teatro dell’Opera di Roma. Il progetto invita i
partecipanti a confrontarsi con la gestualità e la pantomima delle opere
coreografiche analizzate.
“Fabbrica”
Young Artist Program
Continuerà nella
stagione 2018-19 anche l’attività di “Fabbrica”
Young Artist Program che ha
permesso agli artisti prescelti di collaborare già a molte produzioni del
Teatro e di vivere “dall’interno” il modo in cui si mette in scena un
melodramma. I giovani talenti inseriti nel progetto hanno modo di perfezionarsi
sotto la guida dei vari artisti che realizzano gli spettacoli della stagione e
anche di mettersi alla prova in lavori autonomi.
L’Opera per i giovani
Se in generale è
stato rilevato nelle scorse stagioni un aumento del numero di spettatori, è
stata di particolare soddisfazione la presenza nutrita di giovani (e anche
giovanissimi!) nel nostro Teatro. A loro abbiamo dedicato due particolari
iniziative che proseguiranno nella prossima stagione. Con lo slogan “Vietato ai maggiori di 26 anni”,
alle prove generali potranno accedere coloro che non hanno ancora compiuto i 26
anni pagando solo 15 euro. Inoltre con l’iniziativa “Last minute” per
alcune serate (a discrezione della Direzione) è prevista la riduzione del 25%
sul prezzo dei biglietti in vendita, a partire da un’ora prima dell’inizio
dello spettacolo.
Non mancherà neanche
il prossimo anno l’attenzione per i giovanissimi: a loro è dedicata la Scuola di Canto Corale del Teatro
dell’Opera. Anche questa un’iniziativa non secondaria del Teatro, rivolta alla
formazione musicale che intendiamo proseguire.
La Scuola di Danza del Teatro dell’Opera di
Roma e i suoi giovani talenti sono
anch’essi al centro delle nostre attenzioni. Oltre ai consueti appuntamenti
annuali con la Lezione Aperta e il Saggio Spettacolo di fine anno, gli allievi
partecipano ad alcuni balletti in programma nella Stagione 2018-19. La Scuola per la sua finalità è da sempre
impegnata, attraverso una mirata selezione, a preparare bambini, adolescenti e
giovani che intendono avviarsi alla professione del danzatore, con ammissioni
annue di bambini provenienti da ogni parte d’Italia e non solo.