Un’importantissima mostra a Roma rende omaggio a Caravaggio

di Gabriele Isetto


Se volete immergervi nello splendore della storia dell’arte con uno dei più grandi pittori della storia, dovete assolutamente recarvi alle Gallerie Nazionali di Arte Antica a Palazzo Barberini di Roma e visitare la mostra Caravaggio 2025. Qui infatti sono esposti, fino al 6 luglio, ventiquattro opere del Maestro provenienti da tutto il mondo. La mostra è curata da Francesca Cappelletti, Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon.
La meravigliosa esposizione si snoda in quattro sezioni con dipinti che vanno dal 1595 al 1610. Tutti i quadri del Caravaggio hanno la stessa tecnica pittorica dove salta all’occhio dello spettatore un gioco di luci ed ombre dove però a prevalere è l’oscurità.


La prima sezione del percorso espositivo è dedicata al debutto romano, quando l’artista arriva appunto a Roma. Qui, a mio parere, c’è una delle opere più belle di questo percorso: la Conversione di Saulo; il soggetto è tratto dagli Atti degli apostoli e narra il momento della conversione di Saulo da parte di Gesù. Solitamente nei dipinti del Cinquecento la sfera terrena e quella celeste erano separate mentre Caravaggio, con grande coraggio, decide di “unirle” e quindi vediamo Gesù posto allo stesso livello degli altri personaggi.
Proseguendo nella visita la sezione successiva, chiamata “Ingagliardire gli occhi”, si sofferma sul tema del confronto. Qui si possono vedere ben due ritratti di Maffeo Barberini, sottolineando il fatto che di uno dei due capolavori si erano perse le tracce. Sempre nella stessa sala sono esposti altri tre stupendi dipinti: Marta e Maria Maddalena; Giuditta che decapita Oloferne e Santa Caterina d’Alessandria. Se vi state chiedendo cosa hanno in comune questi quadri, ve lo dico subito: in tutti e tre è raffigurata la stessa modella e cioè la cortigiana Fillide Melandroni. In queste opere Caravaggio inizia ad approfondire le ombre e le rende tridimensionali, come solo lui sa fare.


La terza sezione è dedicata al dramma sacro tra Roma e Napoli e dove appunto sono esposte opere che raffigurano soggetti religiosi. Qui si possono contemplare, tra gli altri, due capolavori fondamentali nella storia dell’arte: Cena in Emmaus e David con la testa di Golia, in quest’ultimo dipinto è presente l’autoritratto del pittore nella testa decapitata di Golia.
L’ultima sezione, dal titolo “Finale di partita” saluta gli spettatori con tre dipinti: Ritratto di Cavaliere di Malta, San Giovanni Battista e Martirio di Sant’Orsola, quest’ultimo realizzato prima di morire a soli trentanove anni.
A termine dell’esposizione i visitatori possono fermarsi a fare acquisti al bookshop, compreso il prezioso catalogo della mostra edito da Marsilio Arte.

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