La Tosca di Pier Luigi Pizzi: lo scontro tra il bene ed il male

di Gabriele Isetto



Nel 2022 il regista Pier Luigi Pizzi portò  sul palcoscenico di Torre del Lago una sua lettura della Tosca ambientata durante l’era fascista. A distanza di due anni il regista ha riproposto lo stesso titolo, questa volta però mantenendo l’epoca originale: il 1800.
Straordinaria, molto precisa e fine la direzione di Daniele Callegari, che propone una sua personale lettura della partitura, facendo risultare l’opera  più tenebrosa e meno ricca di passione e d’amore, ma ugualmente disperata. Questa scelta musicale a mio parare è risultata azzeccata perché la Tosca è sì una forte storia d’amore, ma allo stesso tempo molto cupa, tant’è che volendo potrebbe essere paragonata a un noir.


Spettacolare il coro che, sotto la guida di Roberto Ardigò, ha incantato il pubblico nella sua perfetta esecuzione del Te Deum accompagnato anche dall’ottima esecuzione dell’orchestra.
La trama dell’opera è molto conosciuta e gira attorno a sei personaggi: la protagonista, è stata magistralmente interpretata dalla bella Erika Grimaldi che ha ricevuto, per il suo timbro vocale, applausi a scena aperta soprattutto dopo il «Vissi d’arte». Ottimo lo Scarpia di Dalibor Jenis il quale fa emergere tutta la malvagità del personaggio. Accettabile Alejandro Roy nel ruolo di Cavaradossi iniziando un po’ giù di tono nel primo atto ma che poi si è ripreso perfettamente per arrivare al suo «E lucevan le stelle». Brillante la prova dell’abilissimo basso Alessandro Abis che ha dato vita ha un passionale Angelotti. Egregio lo Spoletta di Luigi Morassi  che grazie al suo tono di voce ha dato vita al secondo cattivo della storia. Per finire, voglio nominare il resto del cast dove ognuno si è calato molto bene nei rispettivi ruoli: Andrea Concetti (Sagrestano), Gianluca Failla (Sciarrone), Alessandro Ceccarini (Carceriere) e Francesca Prosperi (Pastorello).


Molto bello e convincente l’aspetto visivo che, seppur inerente ad un’ambientazione d’epoca diversa, in parte è quello che è stato utilizzato nel 2022. Pizzi nei suoi lavori utilizza spessissimo il colore bianco, sia nell’impianto scenico che nei costumi, simbolo del bene, della purificazione e di un nuovo inizio, che però in Tosca non arriverà mai. Il bianco fa da contrasto infatti al nero, simbolo del male, perfettamente evidenziato nei  bellissimi costumi di Scarpia e dei suoi scagnozzi. Tutti gli abiti indossati dai personaggi sono attinenti all’epoca originale del libretto: il 1800.
Ogni atto dell’opera contiene un simbolo della storia dell’arte che richiama la città di Roma: nel primo, una grande statua della Pietà di Michelangelo, perché siamo all’interno di un luogo religioso; Nel secondo sul ledwall è proiettato il Trionfo di Bacco e Arianna di Annibale Carracci perché siamo a Palazzo Farnese e infine, nell’ultimo atto, il palco è totalmente vuoto e solamente il grande angelo di Castel Sant’Angelo è proiettato sul fondo.


Un grande successo per quest’opera, dimostrato dai molti applausi ai protagonisti e al direttore d’orchestra, richiamati più volte sul palcoscenico.

Post più popolari