Giuseppe Veredi avrebbe amato il Ballo in maschera al Carlo Felice di Genova

di Gabriele Isetto


Leo Nucci, uno dei più famosi baritoni italiani, questa volta si cimenta come regista allestendo la messa in scena di Un ballo in maschera di Verdi al Teatro Carlo Felice di Genova. Come possiamo leggere nelle note di regia, Nucci afferma di non aver trasportato l’azione ai nostri giorni, ma è rimasto fedele a Verdi perché a suo parere la regia è del compositore e per invitare gli spettatori a riflettere tra passato e presente e capire quali problemi sociali sono rimasti gli stessi.
Il maestro Donato Renzetti fin dal primo atto ha diretto in maniera ottimale l’orchestra del Teatro concentrandosi soprattutto sul lato oscuro della partitura, quasi dark. Basti pensare all’ultima scena, quella del ballo in maschera: una festa dovrebbe avere una musica vivace e gioiosa, invece Verdi compone una  musica cupa per presagire il tragico finale.


Una nota di merito va al coro, quasi sempre presente in scena, e al suo maestro Claudio Marino Moretti tanto da essere risultato forse migliore anche dei cantanti.
Premesso che tutti i cantanti hanno avuto una buonissima presenza scenica, purtroppo vocalmente ci sono stati alti e bassi. L’ottima voce di Francesco Meli che non delude mai ha dato vita al personaggio di Riccardo; accettabile Roberto de Candia nel ruolo di Renato; Eccellente la voce del soprano Carmen Giannattasio (Amelia); a causa di una indisposizione di Agostina Smimmero, nel ruolo di Ulrica si è esibita Maria Ermoleva la cui voce non era idonea al personaggio; molto brava nella gestualità e nel movimento scenico Anna Maria Sarra nei panni del paggio Oscar ma purtroppo, a causa della sua bassissima voce, molte parole si perdevano; infine da nominare anche i bravi comprimari: Marco Camastra (Silvano), John Paul Huckle (Samuel), Romano Dal Zovo (Tom), Giuliano Petouchoff (giudice) e Claudio Isoardi (servo).


Giuseppe Verdi, se fosse ancora tra noi, sarebbe stato veramente soddisfatto delle scenografie e dei costumi di questo allestimento. Carlo Centolavigna ha ricreato alla perfezione i luoghi in cui si svolge il dramma, ogni scena è abbastanza sfarzosa e ricca di arredi; anche i bellissimi costumi di Artemio Cabassi, che richiamano il XVII secolo, sono molto sfarzosi: stupende soprattutto le maschere e gli abiti usati nella scena del ballo in maschera.
Uno spettacolo che sicuramente merita di essere visto dagli appassionati dell’opera lirica.

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