Un bellissimo allestimento per la Cenerentola al Carlo Felice di Genova

di Gabriele Isetto



Il secondo appuntamento con la lirica al teatro Carlo Felice di Genova è con il bellissimo allestimento de La Cenerentola di Gioachino Rossini, con l’ottima regia di Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi, che hanno introdotto degli elementi interessanti al fine dello spettacolo come ad esempio l’utilizzo della botola per l’entrata di Cenerentola al ballo o l’uso dei due balconi ai lati del palcoscenico (che fanno parte della struttura del Teatro) da cui si affacciano le due sorellastre.
La trama di questo melodramma giocoso ha alla base la famosissima fiaba popolare, anche se si prendere alcune libertà: la povera Cenerentola (la giovanissima Hongi Wu, inizialmente un po’ giù di tono ma che si è ripresa quasi subito) è tormentata dalle due sorellastre Tisbe e Clorinda (rispettivamente le ottime Carlotta Vichi e Giorgia Rotolo che hanno dato il meglio nei loro duetti/battibecchi) e dal patrigno Don Magnifico (interpretato da Marco Filippo Romano che è risultato essere il personaggio più “giocoso” dell’opera anche grazie alla bravura del cantante). Un giorno nella dimora di Don Magnifico si presenta il principe Don Ramino (Antonio Siragusa, tenore dalle ottime capacità musicali) assieme al suo cameriere Dandini (un simpaticissimo Roberto de Candia), per cercare moglie; i due si sono invertiti i ruoli per poter spiare liberamente il comportamento delle sorelle. Ovviamente Cenerentola, a cui viene impedito di andare al ballo, si innamora del principe (che crede essere il cameriere). Riesce comunque ad andare aiutata non più dalla fata madrina, ma da Alidoro (il bravo Gabriele Sagona, che sa reggere molto bene la scena), filosofo e maestro del principe. Di conseguenza, “eliminata” la fata, non sono presenti né la zucca che si trasforma in carrozza né la scarpetta di cristallo.


Indubbiamente efficace la direzione d’orchestra affidata al maestro Riccardo Minasi che ben si destreggia nei continui cambi musicali rossiniani alternando parti più lente ad altre estremamente vivaci e frenetiche.
Come sempre una nota di merito va all’ottimo Coro del teatro, guidato da Claudio Marino Moretti, anche se in questo dramma giocoso è poco presente, nei momenti in cui è in scena risulta fondamentale.
L’aspetto visivo di questo spettacolo è stato di forte impatto emotivo, sembrava davvero di essere catapultati nella fiaba con i suoi colori accesi e vivaci, grazie alla mano di Emanuele Luzzati. Infatti le scene e i costumi, a cura della Direzione degli Allestimenti Scenici, sono ispirati all’allestimento del 1978 ideato proprio dallo stesso Luzzati. L’artista, per i personaggi di questa fiaba, creò costumi di foggia settecentesca/ottocentesca che, non solo per il taglio usato ma anche grazie al sapiente uso delle luci di scena, si accostano perfettamente alla scenografia dipinta.
I lunghi e meritati applausi finali hanno confermato la bellezza di questo allestimento.

Post più popolari