I problemi iniziali non hanno impedito il successo di Manon Lescaut al Teatro del Giglio
di
Gabriele Isetto
Inizio
ad ostacoli per la Manon Lescaut andata
in scena al Teatro del Giglio di Lucca con una regia molto ben curata, anche
nei particolari, da Aldo Tarabella: ad inizio serata è stato annunciato che, a
causa di una improvvisa indisposizione del tenore Saverio Pugliese, la parte di
Edmondo sarebbe stata “divisa” in due parti: la parte vocale eseguita dalla
bella voce di Cristiano Olivieri (che più tardi ha interpretato anche il
maestro di ballo e il lampionaio) mentre il bravo mimo Murat Can Guvem ha dato
vita alla parte visiva; Anche per il personaggio di Renato Des Grieux ci sono
state delle difficoltà, anche stavolta a causa di un malessere di Dario Di
Vietri che ha portato stoicamente a termine il primo atto ma che poi è stato
costretto ad abbandonare, sostituito dal bravo Palo Lardizzone che ha portato a
termine l’opera.
Dal secondo atto tutto è finalmente filato liscio e l’opera è
stata un successo. Veramente brava Monica Zanettin nel ruolo della protagonista
che con la sua bella voce ha ricevuto moltissimi applausi; Soddisfacenti le
prove di Marcello Rosiello (Lescaut) e Alberto Mastromarino (Geronte) che hanno
dato una buonissima interpretazione dei loro personaggi. Bravo anche il resto
del cast: Marco Innamorati (l’oste), Sandra Pastrana (un musico), Alessandro
Ceccarini (comandate di marina), Greta Battistin e Giulia Petrucciani
(parrucchiere).
Niente
da dire sull’Orchestra della Fondazione Festival Pucciniano ottimamente diretta
da Roberto Gianola e ben disposta sia nella buca di orchestra sia nei palchi
laterali accanto al palcoscenico. Anche il Coro Arché guidato da Marco Bargagna
ha ricevuto i suoi meritati applausi, peccato siano stati costretti ad
indossare le mascherine, ma nonostante ciò il canto arrivava chiaramente.
Bella
e interessante la scenografia di Giuliano Spinelli: un palazzo monumentale, che
nel primo atto ricorda le Cappelle Medicee di Firenze, sempre in scena e che
cambia di atto in atto per sottolineare lo stato d’animo della protagonista.
Ancora più belli e molto ben curati i costumi dei primi del Novecento di
Rosanna Monti, il regista infatti ha ambientato l’opera in questo periodo
storico, e non più nel Settecento, per renderla più vicina a noi ma senza
attualizzarla troppo.
A
parte i problemi iniziali l’opera è stata comunque un successo scandito da
numerosi applausi anche a scena aperta.
Le
foto di scena a corredo dell’articolo sono di © Andrea Simi