Brillante e gioiosa La vedova allegra di Luca Micheletti
di
Gabriele Isetto
Finalmente
il Teatro Carlo Felice di Genova ha potuto realizzare La vedova allegra una delle operette più
famose di Franz Lehár, la cui produzione
era stata sospesa a causa della pandemia ma la fatica è stata premiata poiché è
risultato un bellissimo spettacolo con la regia del giovane Luca Micheletti. Lo
stesso ha realizzato una nuova traduzione italiana e l’adattamento
drammaturgico (l’originale è infatti in tedesco) ma senza mai tradire la tradizione,
lasciando i brani più celebri dell’opera come ad esempio «Vo’ da Maxim allor» e «E’ scabroso le donne
studiar».
Fantastico
l’aspetto visivo dello spettacolo con scenografie e costumi curati da Leila
Fteita che ha ben interpretato le parole del regista che nelle note di regia
afferma che uno dei temi principali dell’opera è il vorticoso girare su se
stessi, infatti vediamo una scenografia con vari elementi scenici che ruotano
tutti su se stessi come ad esempio la grandissima giostra del luna park. Altro
effetto scenico perfettamente riuscito è stato il volo di un’enorme
mongolfiera. Belli anche i costumi, tutti in stile dei primi del Novecento, abiti
eleganti e cilindro per gli uomini e vestiti con paillettes, ricami e piume di
struzzo per le donne.
Il
direttore Asher Fisch ha saputo rendere omaggio alla brillante e spumeggiante
partitura creando una perfetta sintonia tra le parti più allegre e quelle più
intime. Brillante e gioioso è stato anche il Coro del Teatro guidato da
Francesco Aliberti.
Essendo
La vedova allegra un’operetta, naturalmente prevede anche la recitazione e il
cast passava disinvoltamente dalla recitazione al canto. Lo stesso regista ha
interpretato ottimamente il protagonista Danilo Danilowitsch; veramente brava
Elisa Balbo nel ruolo della vedova Hanna; simpaticissima la coppia formata dal
Barone Zeta (Filippo Morace) e Njegus (Valter Schiavone). Oltre a questi, molti
altri sono i personaggi che fanno parte della storia, tutti impersonati da
bravissimi interpreti: Francesca Benitez (Valencienne), Pietro Adaini
(Camille), Claudio Ottino (Cascada), Manuel Pierattelli (Raoul), Giuseppe
Palasciano (Kromow), Francesca Zaira Tripaldi (Olga), Luigi Maria Barilone
(Bogdanowitsch), Kamelia Kader (Sylviane), Alessandro Busi (Pritschitsch), Letizia
Bertoldi (Praskowia), Francesco Martucci (Maitre) e Federica Sardella
(Zozo).
Forse
l’unica pecca che si è riscontrata, è quella dell’acustica del Teatro Carlo
Felice che infatti è un teatro che nasce per l’opera lirica e quindi, anche se
nelle parti recitate gli interpreti hanno dato il loro massimo, alcune parole
si perdevano.
Da
sottolineare in questo spettacolo la presenza delle bellissime coreografie
curate da Fabrizio Angelini proveniente dal mondo del musical, perché a loro
modo le operette possono essere considerate le antesignane del musical e quindi
sul palcoscenico si sono esibiti ottimi danzatori: Michela Delle Chiae, Ginevra
Grossi, Erika Mariniello, Marta Melchiorre, Matilde Pellegri, Monica Ruggeri,
Cristian Catto, Giovanni Enani Di Tizio, Tiziano Edini, Robert Ediogu, Matteo
Francia, Samuel Moretti e Andrea Spata.
Un
pubblico attento rideva alle battute e batteva le mani nelle parti musicali,
quale miglior prova del successo di questo spettacolo che meriterebbe di
restare in cartellone anche nelle prossime stagioni.