La magia dell’ultima Traviata di Franco Zeffirelli
di
Gabriele Isetto
Una
vita dedicata al cinema e al teatro, questo era il maestro Franco Zeffirelli,
venuto a mancare i primi di luglio e che purtroppo non ha assistito alle recite
de La Traviata di Giuseppe Verdi
all’Arena di Verona, il suo ultimo capolavoro. Come sempre il regista
fiorentino ha dato una lettura classica dell’opera e rispettosa del libretto di
Piave.
Sul
podio il maestro Andrea Battistoni che ha diretto l’ottima orchestra dell’Arena
in maniera efficace sottolineando in modo egregio le arie più importanti della
partitura.
Due
elogi particolari vanno sia al coro, guidato dal maestro Vito Lombardi, sia
alle comparse che hanno saputo arricchire le scene delle feste del primo e del
secondo atto. Veramente all’altezza la prima ballerina Petra Conti, che nella
seconda scena del secondo atto ha danzato eccellentemente sulle note della zingarella.
Nel
ruolo della protagonista Violetta una fantastica Irina Lungu che ha dato vita
al suo personaggio grazie al suo bel canto e alla sua presenza scenica, Daniela
Mazzucato ha confermato di essere una buona voce che la promuove da promessa a
certezza della lirica nel ruolo di Annina, poco convincente Pavel Petrov in
quello di Alfredo, bravissimo invece Simone Piazzola nelle vesti di Giorgio
Germont. Convincenti tutti gli altri cantanti: Clarissa Leonardi (Flora), Carlo
Bosi (Gastone), Gianfranco Montresor (Barone Douphol), Daniel Giulianini
(Marchese d’Obigny), Romano Dal Zovo (Dottor Grenvil), Max René Cosotti
(Giuseppe), Stefano Rinali Milani (Domestico/commissario).
Il
punto di forza di quest’ultimo capolavoro di Zeffirelli è l’aspetto visivo
anche se obbiettivamente non sappiamo quanto ciò che abbiamo visto sia frutto
del Maestro e quanto invece sia frutto dello scenografo collaboratore Carlo
Centolavigna e del regista collaboratore Massimo Luconi.
Da
subito si è colpiti dalla presenza del sipario, cosa veramente insolita per l’Arena,
che fa da sfondo ad un’innovazione registica che propone in apertura d’opera il
funerale di Violetta come se già svelasse l’epilogo della storia. L’apertura
del sipario svela una scenografia su due piani che rappresenta la casa di Violetta
e ai due lati palchi di teatro. La resa visiva è assicurata, ma lo è ancora di
più, tanto da essere applaudita a scena aperta, la festa in casa di Flora dove
si ritrova a pieno lo spirito di Zeffirelli anche grazie agli splendidi costumi
di Maurizio Millenotti realizzati dalla sartoria Tirelli. Ci troviamo in pieno
tripudio cinematografico come sottolineato anche dal trucco realizzato dalla
M.A.C. Cosmetics decisamente poco teatrale e molto cinematografico.
Le foto a corredo dell'articolo sono di © Foto
Ennevi - Fondazione Arena di Verona