Le passioni innate in Cavalleria rusticana e Pagliacci
di Gabriele Isetto
Cavalleria rusticana |
Nella
particolare e suggestiva cornice del Teatro Carlo Felice di Genova domenica 26
maggio è andato in scena il dittico Cavalleria
rusticana e Pagliacci,
rispettivamente dei maestri Pietro Mascagni e Ruggero Leoncavallo. Entrambe le
opere, che per tradizione sono spesso accoppiate, presentano come sovente
accade nel melodramma un’esplosione di passioni come l’amore, il tradimento e la
gelosia che sfociano irrimediabilmente nella tragedia finale: l’omicidio di
compare Turiddu in Cavalleria e
quello di Nedda e Silvio in Pagliacci.
Questi
aspetti pervadono l’animo umano fin dalla notte dei tempi e proprio per questo
motivo i registi Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, che si sono “dati” il nome di
Teatrialchemici, hanno immaginato, grazie al lavoro della scenografa Federica
Parolini, di ambientare ambedue le vicende all’interno di un essenziale e
antico teatro greco circondato da edifici precari per dare il massimo risalto
ai rapporti interpersonali tra i personaggi. Naturalmente alcuni elementi
stavano a differenziare e quindi a caratterizzare le due diverse opere.
Pagliacci |
I
costumi di Agnese Rabatti hanno contribuito alla creazione dell’adeguata
atmosfera, aiutati anche dalle luci di Luigi Biondi, puntando sulla coralità e facendo
sì che in Cavalleria il popolo
partecipasse attivamente ai riti pasquali “macchiati” dalla bassezza umana,
mentre in Pagliacci la costumista ha
privilegiato i personaggi principali, soprattutto nella scena di metateatro.
Venendo
al cast mi sento di spendere un particolare apprezzamento per Sonia Ganassi
(Santuzza in Cavalleria), Donata D’Annunzio
Lombardi, Carlos Alvarez e Matteo Roma (Nedda, Tonio e Peppe in Pagliacci). La Ganassi ha spiccato sia nella
recitazione, connotando di grande umanità e lacerazione il suo personaggio, che
vocalmente. La D’Annunzio Lombardi ha confermato ancora una volta di saper
calcare con il giusto piglio le assi del palcoscenico, mentre Alvarez di grande
presenza scenica, ha regalato la giusta cattiveria richiesta dal suo personaggio
e anche vocalmente è stato capace di grandi cose. Matteo Roma ha affrontato veramente
bene un ruolo non facile soprattutto interpretando Arlecchino. Hanno onorato il
loro ruolo anche: Diego Torre (Turiddu e Canio), Gevorg Hakobyan (Alfio),
Giuseppina Piunti (Lola), Carlotta Vichi (Mamma Lucia), Francesco Verna
(Silvio).
Pagliacci |
In
entrambe le opere l’Orchestra del Teatro Carlo Felice è stata diretta dal
maestro Paolo Arrivabeni che ha dato la giusta intensità allo struggente
intermezzo di Cavalleria, mentre in altri casi ha rispettato la partitura
senza però offrire un guizzo particolare. Buona prova del coro del Teatro,
guidato da Francesco Aliberti, è un elemento fondamentale, praticamente un
personaggio anch’esso.
Le foto a corredo dell'articolo sono di © Marcello Orselli