Priscilla: uno spettacolo degno di Broadway
di Gabriele Isetto
Il
regista Simon Phillips ripropone in Italia il muiscal Priscilla la regina del deserto, tratto dall’omonimo film del 1994
diretto da Stephan Elliott, anche se non era così facile portare a teatro il
viaggio di un bus rosa nell’immensità del deserto. Questo travolgente
spettacolo immerge il pubblico nel mondo delle drag queen, un tabù ormai
sfatato.
Imponenti
sono i numeri che contraddistinguono questa produzione, per citarne solo alcuni
basti pensare che ci sono ben 495 costumi, 60 parrucche e 200 cappelli. Tim
Chappel e Lizzy Gardiner hanno potuto sbizzarrire tutta la loro fantasia
ideando un mondo variegato, realizzato poi grazie alla collaborazione con i
migliori artisti del settore. Il risultato è stato ottimo e come sempre Priscilla colpisce fin da subito per la
colorata allegria che permea lo spettacolo e il tutto è esaltato dall’ottimo
uso delle luci, curate da Nick Schlieper, che contribuiscono in maniera
fondamentale all’immagine visiva.
Per
quanto riguarda le ricche scenografie di Biran Thomson, molti e spettacolari sono
i cambi di scena dove domina sempre il colore e la fa da padrone il grande bus
che è il punto focale e che rispecchia l’estrosità dei personaggi.
E’
bene sottolineare che tutti i nomi del cast tecnico fin qui citati sono di
prim’ordine e tutti si sono distinti, ricevendo anche numerosi premi, non solo
nel mondo del musical (Broadway e Londra) ma veramente in tutti i campi
dell’arte dello spettacolo.
Completamente
rinnovato il cast, tranne Mirko Ranù che era assente nella recita del 17 febbraio, ma adesso rientrato e nell'occasione il personaggio di Adam era interpretato da Leonardo Lusardi. Troviamo invece Manuel Frattini nel ruolo di Bernadette, Cristian
Ruiz nei panni di Tick (Mizzie). I tre artisti sono risultati convincenti e finalmente,
dopo tanti ruoli da eroe dei bambini, Frattini ha mostrato la sua crescita e
capacità di calarsi in un tipo di ruolo con cui finora non si era cimentato.
Tutto il resto della compagnia ha dato il meglio di se, sia i comprimari che
gli ensamble che hanno danzato le
famose musiche, coreografate da Ross Coleman e Andrew Hallsworth.
Uno
spettacolo riuscito, accattivante, godibile, forse un tantino lungo che però
merita di essere visto e che ha avuto un ottimo riscontro di pubblico.
Si
ricorda che rimarrà in scena al Teatro degli Arcimboldi di Milano fino al 3
marzo per poi raggiungere Roma dal 7 al 31 marzo e Napoli dal 5 al 14 aprile.