Interviste al cast del musical A Chorus Line
di Gabriele Isetto
Fino
al 14 aprile al Teatro Nazionale di Milano è in scena il nuovo musical A Chorus Line con la regia di Chiara
Noschese. Sabato 16 febbraio ho avuto il piacere di incontrare tutta la
compagnia e, facendo una sorta di focus
group, ho intervistato i ragazzi.
Prima Intervista -
Giuseppe Verzicco
Puoi inquadrarmi la
personalità di Al, il tuo personaggio?
Al
è un ragazzo che viene dal Bronx, ha 30 anni ed è sposato con una ragazza che
fa la ballerina e che racconta, all’interno dello spettacolo, di aver sempre
desiderato di ballare nella sua vita e di fare musical solo che, purtroppo, non
è proprio bravissima a cantare e di conseguenza il mio personaggio è un po’ in
funzione del suo; passano tutto il tempo uno nella mano dell’altra come se lui
la volesse proteggere per tutto lo spettacolo, perché comunque è una delle prime
audizioni e si presenta a Zach proprio in questo modo. Zach lo conosce e dice
che non sapeva della notizia del matrimonio e poi ci sono delle “chicche” che
non ti voglio raccontare per non rovinarti la sorpresa.
Hai incontrato
difficoltà per avvicinarti al ruolo?
Questo
personaggio è l’immagine di un ragazzo un po’ esuberante, bullettino, che però
vive la sua storia sentimentale in maniera molto tranquilla. Non ho avuto
grandissime difficoltà, è stato molto bello il lavoro che ho fatto con Chiara
Noschese nella costruzione del personaggio per dargli una identità, anche
perché Al è l’unico che non ha un’esibizione sua personale. Chiara ha dato ad
ogni personaggio una sua identità in questo spettacolo e questo è stato molto
interessante.
In uno spettacolo come A Chorus Line quanto è importante
sapere fondere canto e danza?
È
molto complicato, non voglio dirti che è lo spettacolo più complicato che ho
fatto perché non è vero, però è lo spettacolo che mi ha portato ad avere più
concentrazione per tanto tempo, non ti consente mai di sbagliare, nel senso che
se sbagli tutti lo vedono, a tutti è richiesto alzare questa gamba così, questa
mano così, perché questo spettacolo è costruito sul concetto di fila, dei
ballerini di fila, che devono non essere mai troppo per non apparire più della
star.
Com’è nata la tua
passione per il mondo del musical?
Non
lo so come è nata, si è evoluta, c’è qualcuno che magari ha visto delle
potenzialità e delle capacità in me e che magari mi ha dato un po’ di fiducia
all’inizio poi, come tutte le cose, un gradino dopo l’altro si cresce e si
imparano tante cose. Io ho imparato tantissime cose sia in accademia, alla MTS
di Milano, sia sul palcoscenico, sia dalle persone che condividono con te il
palcoscenico.
Seconda Intervista – Andrea
Spata
Com’è nata la tua
passione per il mondo del musical?
Io
quando ho iniziato a ballare facendo latini americani, caraibici perché era
l’unica scuola dove c’era un maschietto poi, per caso, l’ insegnante mi fece
fare uno stage con Christian Ginepro e per me fu una folgorazione. Già a
quindici anni ho deciso e ho iniziato a cambiare stile studiando danza classica
e moderna.
Come sei approdato ad A Chorus Line?
Quando
è uscita l’audizione mi sono detto “Cavolo! Se qua non mi presento per fare un
ruolo, visto che è uno spettacolo per ballerini sono uno scemo”. Io sono uno
che tendenzialmente conosce le proprie potenzialità e cosa non posso ambire ad
avere, che so il ruolo da cantante protagonista, ma so che sono un bravo
ballerino.
Com'è stato lavorare
con Chiara Noschese?
Io
la stimo tantissimo perché per me lei, oltre ad essere una performer bravissima,
è anche una regista che ha delle idee geniali, soprattutto i tempi, lei è
bravissima con i tempi, durante lo spettacolo è stata brava a darci il ritmo
per non fare annoiare lo spettatore.
Terza Intervista –
Giorgio Camandona e Chiara Di Loreto
Come ti sei avvicinato
a questo spettacolo?
GIORGIO:
Sicuramente con un’audizione come tutti gli altri ragazzi del cast. Abbiamo
fatto l’audizione a maggio, poi una selezione e a giungo ci sono stati dati i
risultati, ed eccoci qui (ridono tutti).
Com’è stato lavorare
con Chiara Noschese?
GIORGIO:
Bellissimo. È stato interessantissimo avere due punti di vista di Chiara e
Fabrizio Angelini, il coreografo. Fabrizio ha portato la storia di questo
spettacolo, quindi quello che è sempre stato nelle edizioni passate, avendolo
lui fatto ed essendo quindi un grande esperto. Chiara invece ha dato un apporto
più fresco ed attuale rispetto ai personaggi.
Com’è nata la tua
passione per il mondo del musical?
CHIARA:
Per me è stata l’insieme di tutte le mie passioni, perché sono appassionata
alla danza, alla musica e al teatro, quindi ho trovato nel musical l’insieme di
tutte le cose che mi piacciono di più e non lo mollerei mai per niente al
mondo. Ma un po’ per tutti noi è lo stesso, siamo sulla stessa barca.
Quarta intervista –
Salvatore Palombi
Com’è stato
interpretare un regista?
Bello.
Più che altro com’è stato ballare, perché io non sono ballerino e quindi mi
sono trovato a dover anche ballare e non è stato facile, però ci si prova.
Per interpretare il
ruolo di Zach stai prendendo ispirazione da Michael Douglas? Cosa ci metti di
tuo?
No,
perché Michael Duglas non ballava, quindi che dovevo prendere da lui? (ride) Per costruire il mio personaggio
ho seguito le direttive della regista che voleva un personaggio molto duro e
rigido, ancora sto cercando di andare in questa direzione perché abbiamo
debuttato da due giorni e ancora sto aggiustando il tiro.