Alfonso Signorini rivince la scommessa con Turandot
di Gabriele Isetto
Dopo
il grande successo dello scorso anno, sabato 14 luglio 2018 è stata riproposta
a Torre del Lago come prima opera la Turandot
di Giacomo Puccini, sempre con la regia firmata da Alfonso Signorini.
Anche
quest’anno la direzione dell’orchestra del Festival Puccini è stata affidata al
maestro Alberto Veronesi che ha diretto in maniera eccellente, anche se ha
rallentato i tempi musicali di alcuni brani facendo sì che si perdesse parte
della grandiosità della partitura musicale.
Il
maestro Roberto Ardigò ha guidato il numeroso ed ottimo coro, che però ritengo
fosse troppo statico in alcune parti dell’opera, come ad esempio nel momento
iniziale quando cantano “Popolo di Pekino!” in cui, a mio parere, il movimento
avrebbe dovuto essere maggiore a sottolineare lo spavento provato nell’assistere
a un’esecuzione per mano del boia.
Intelligente
l’iniziativa di Signorini di inserire cinque ballerini professionisti della popolare
trasmissione televisiva Amici di Maria De
Filippi, per avvicinare i giovani al mondo dell’opera lirica. Purtroppo l’esperimento
non ha avuto il risultato sperato visto che il pubblico era composto
soprattutto da persone mature. Questi i nomi dei ballerini: Giulia Pauselli,
Federica Panzeri, Elena D’Amario, Sebastian Melo Taveira e Marcello Sacchetta.
Ad
interpretare i protagonisti, troviamo nomi già affermati nel campo lirico: Lana
Kos, una perfetta Liù che ha spiccato su tutti per il suo timbro vocale; Amadi
Lagha, il tenore franco-tunisino che ormai conosce alla perfezione il ruolo di
Calaf (soprattutto al Festival Pucciniano) e quindi è una garanzia di ottima
riuscita; Martina Serafin una maestosa e imponente Turandot; buono Alessandro
Guerzoni (Timur) anche se il suo personaggio ha poca parte; ottima riuscita per
i tre ministri di corte: Andrea Zaupa (Ping), Francesco Napoleoni (Pang) e
Tiziano Barontini (Pong).
Signorini
ha compiuto un lavoro veramente ottimo con la sua prima (anche se per il
secondo anno) regia di un’opera lirica, riesce a conquistare lo spettatore senza
mai farlo distrarre, lunghissimi gli applausi a fine spettacolo. Una
particolarità di questo allestimento è l’abbattimento della quarta parete:
infatti prima che l’opera inizi, si aggirano in platea le guardie imperiali e i
servi del boia...attenti alle teste!! La stessa cosa avviene anche durante l’opera
e molto suggestiva è la scena del sorgere della luna, quando la platea è invasa
da numerose comparse vestite di bianco che portano delle sfere fosforescenti
che simboleggiano appunto la luna..
Sia
la scenografia (Carla Tolomeo) che i costumi (Fausto Puglisi e Leila Fteita) rendono
giustizia alla storia. Entrando in teatro il pubblico è accolto da enormi
pagode dipinte su pannelli, leoni e draghi cinesi. E’ rispettata la classicità
dei costumi, anche sé in alcuni casi delle influenze che provengono dal mondo
del rock, danno una patina di freschezza e diversità che ci restituiscono una
Turandot forte e leggera nello stesso tempo.
Come
già detto, il tributo del pubblico è stato a dir poco caloroso, quindi non ci
resta che aspettare la nuova regia di Alfonso Signorini, che debutterà il 27
luglio sempre in occasione del 64° Festival Puccini, con La Bohème.