Terza opera all'Arena di Verona: la Turandot firmata da Zeffirelli
Sabato 30 giugno alle ore 21.00 è la volta del terzo titolo colossal del
Festival lirico 2018: Turandot di Giacomo Puccini torna nella
fiabesca produzione ideata appositamente per il palcoscenico areniano nel 2010
da Franco Zeffirelli.
In scena per 5 recite fino al 26 luglio, l’allestimento è
arricchito dai preziosi e dettagliati costumi del premio Oscar Emi
Wada, dai movimenti coreografici curati da Maria Grazia Garofoli e dal
lighting design dell’areniano Paolo Mazzon. Sul podio si alternano Daniel
Oren (30/6 – 18, 26/7), bacchetta di fama internazionale molto amata dal
pubblico areniano, e Francesco Ivan Ciampa (5, 13/7), giovane e
apprezzato direttore cui è anche affidato il titolo inaugurale del Festival
2018.
Repliche: 5, 13, 18, 26 luglio ore 21.00.
Turandot è l’ultimo dramma lirico di Puccini, ispirato all’omonima fiaba teatrale settecentesca di Carlo Gozzi. Andò in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926, diretto da un commosso Arturo Toscanini, che scelse di concludere l’opera proprio con la morte della fragile e dolcissima Liù, punto esatto in cui si era interrotto il lavoro dell’autore, spentosi due anni prima. Gli appunti pucciniani per il finale furono affidati ad un altro compositore, Franco Alfano, a cui dobbiamo la conclusione con cui Turandot è tradizionalmente eseguita.
Il libretto dei veronesi Giuseppe Adami e Renato Simoni colloca l’azione
“al tempo delle favole”, in una Pechino antica e atemporale, sfarzosamente evocata
da Franco Zeffirelli per questo allestimento areniano, di cui ha ideato regia e
scene. La fortuna della produzione, che ha inaugurato il Festival lirico 2010,
la vede quindi in programma anche nel 2012, 2014 e 2016. Ma Turandot è molto apprezzata a Verona fin
dalla sua prima rappresentazione areniana nel 1928, a soli due anni dalla prima
assoluta: infatti, nonostante sia il titolo più recente del catalogo
pucciniano, è anche il primo del compositore ad essere messo in scena in Arena,
collezionando fino ad oggi un totale di 140 recite in 19 diverse stagioni
che la collocano al quarto posto tra le opere più rappresentate in Arena.
Inoltre, nella storia interpretativa di Turandot nell’antico anfiteatro veronese molti sono gli artisti di
livello mondiale che hanno lasciato il segno: solo per citare alcuni nomi,
George Thill, Giacomo Lauri Volpi, Mario Filippeschi, Franco Corelli, Franco
Bonisolli, Nicola Martinucci, Plácido Domingo, José Cura, Salvatore Licitra,
Gina Cigna, Maria Callas, Magda Olivero, Birgit Nilsson, Maria Chiara, Katia
Ricciarelli, Ghena Dimitrova, Eva Marton, Alida Ferrarini, Giovanna Casolla,
Fiorenza Cedolins, Maria Guleghina e Cecilia Gasdia, Vittorio Gui, Antonino
Votto, Francesco Molinari Pradelli, Giuseppe Patanè, Alain Lombard, Pier Luigi
Pizzi, Mauro Bolognini, Giuliano Montaldo.
Lo spettacolo sfarzoso e cinematografico di Franco Zeffirelli si inscrive
quindi nella gloriosa tradizione areniana, coniugando perfettamente il colpo
d’occhio dato dalle scene di massa e la cura del dettaglio.
Per l’Arena Opera Festival 2018 Turandot
schiera un cast di grandissime voci internazionali, tutte specialiste dei rispettivi
ruoli, a partire dalla “principessa di gelo” interpretata da Anna Pirozzi
(30/6 – 18, 26/7) e da Rebeka Lokar (5, 13/7). Nei panni del principe Calaf si alternano Gregory Kunde
(30/6) e Murat Karahan (5, 13, 18, 26/7) e in quelli dell’ancella Liù le giovani Vittoria Yeo
(30/6), Ruth Iniesta (5, 13/7) ed Eleonora Buratto (18, 26/7).
Accanto a loro Giorgio Giuseppini è Timur,
Antonello Ceron l’Imperatore Altoum, mentre
Federico Longhi, Roberto Covatta e Marcello Nardis sono rispettivamente Ping, Pong e Pang e Gianluca
Breda il Mandarino.
Il titolo impegna l’Orchestra,
il Coro diretto da Vito Lombardi, il Ballo coordinato da Gaetano Petrosino ed i
Tecnici dell’Arena di Verona insieme a numerose comparse e al Coro di Voci bianche A.d’A.MUS. preparato da
Marco Tonini.